Mobilità

Lugano vuole quattrocento posteggi? Basta pagare

Zali apre alla possibilità di applicare la decisione del Consiglio comunale di non ridurre i parcheggi alla stazione FFS: «Nessuna lotta alle macchine, è una questione di soldi» – Borradori: «Peccato spendere per creare posti auto»
Traffico attorno alla stazione FFS di Lugano. (Foto Zocchetti)
Giuliano Gasperi
05.02.2019 20:21

LUGANO - I colpi di scena sul caso dei posteggi alla stazione di Lugano non sono finiti lunedì sera, quando il Consiglio comunale, approvando il progetto per il futuro «nodo» dei trasporti pubblici, ha deciso di non ridurre i posti auto da 438 a 250 come aveva proposto il Municipio d’intesa con il Cantone. Lo sviluppo che in molti si attendevano ieri, day after di una discussione lunga e nervosa, era che lo stesso Cantone reagisse più o meno in questi termini: «Eh no, cari luganesi, così non si fa. Avevamo detto duecentocinquanta e duecentocinquanta restano. Dobbiamo promuovere il trasporto pubblico!». Invece no. «Gli accordi erano diversi – conferma da noi contattato il consigliere di Stato Claudio Zali – ma la decisione sul numero dei posteggi era dipesa unicamente da questioni economiche, in particolare dal costo elevato dei posteggi sotterranei» (se si vuole mantenere il numero attuale di stalli bisogna andare sotto terra, dato che l’autosilo ex Pestalozzi dovrà lasciare spazio alla nuova stazione dei bus). Altro che portare gli utenti a raggiungere la stazione in bus! Un argomento, quest’ultimo, che in Consiglio comunale è stato citato più volte sia da chi lo vedeva come un’imposizione e difendeva i posteggi, sia da chi riteneva scandaloso non puntare sui mezzi pubblici. In pratica è stato il fil rouge della seduta, ma per Zali non è questo il punto. «Sul progetto alla stazione non abbiamo un orientamento dogmatico – spiega il capo del Dipartimento del Territorio – non vogliamo combattere le auto per promuovere i bus. Se Lugano crede di aver bisogno di quei posteggi può investire per costruirli». Vuol dire: fateli pure, basta che li pagate voi? «Siamo aperti anche sull’eventuale contributo del Cantone – fa sapere Zali – Se Lugano vuole cambiare, parliamone. Siamo ancora in fase di progettazione, non è tardi». A mente del consigliere di Stato, il fabbisogno nella zona «difficilmente può essere inferiore a quello attuale»: sorprendente apertura allo statu quo, anche se la questione finanziaria non è un «asterisco» di poco conto.

Il postino e la promessa
Forse queste parole non se le aspettava nemmeno il sindaco di Lugano Marco Borradori, pronto a fare il «postino fedele» – per usare le sue parole – e difendere di fronte al Cantone la volontà del Legislativo cittadino. Anche se non gli piace. «È un problema di filosofia – osserva – La scelta di mantenere i posteggi va contro tutto quello che avviene intorno a noi». Cioè la promozione della mobilità sostenibile a favore dell’ambiente. Per Lugano sarebbe interessante capire cosa ha portato la maggioranza dei consiglieri ad andare in una direzione diversa. «Credo – osserva il sindaco – che abbia pesato il malumore nei confronti del Piano viario cittadino, con alcuni che vorrebbero tornare al passato e riportare le auto in centro» (o meglio, nel «centrissimo», perché in centro già ci vanno, come dimostra il crescente uso degli autosili smentendo la tesi degli anti-PVP secondo cui il piano avrebbe svuotato il cuore della città). Comunque la si pensi, era chiaro da giorni che il Legislativo avrebbe probabilmente detto no alla diminuzione dei posteggi. Il Municipio poteva evitare di sbattere la proverbiale testa contro il muro? «Difficile dirlo – risponde Borradori – ma ci sono battaglie che vale sempre la pena combattere. Era chiaro che sarebbe andata così, ma avremmo sbagliato ad arrenderci e a non dire quello che pensavamo. Abbiamo mantenuto la parola data al Cantone». Ora il Municipio dovrà portare avanti quella del Consiglio comunale, di parola. «Lo faremo, e se c’è un’apertura da parte di Zali è un bene, ma voglio ricordare che in stazione è previsto un potenziamento dell’offerta di mezzi pubblici e che in futuro arriverà anche il tram. I milioni necessari per un autosilo interrato, personalmente, li spenderei per altre cose».

Qualche coccio
La discussione in Consiglio comunale potrebbe lasciare qualche strascico. Uno è giuridico: i socialisti, come confermatoci da Raoul Ghisletta, stanno valutando il ricorso contro lo stop alla riduzione dei posteggi: una scelta che a detta loro non era di competenza del Legislativo. L’altro è politico: dopo le recenti votazioni sul moltiplicatore e i rifiuti, il gruppo leghista si è schierato un’altra volta contro la «sua» maggioranza in Municipio. «Abbiamo avuto due o tre mesi di fuoco – ammette Borradori – ma con il nostro gruppo lavoriamo bene e credo che potremo continuare a farlo».