Il lutto

L'umiltà, i sorrisi e l'impegno di un vero pastore

Ripercorriamo la vita di monsignor Ernesto Togni, mancato oggi all'età di 96 anni: vescovo di Lugano dal 1978 al 1986, accettò l'incarico con fatica ma ridiede impulso alla Diocesi
© Ti-Press/Francesca Agosta
Luigi Maffezzoli
11.11.2022 19:30

Di lui ci si ricorderà soprattutto per il sorriso solare e la gioia che manifestava quando lo si incontrava. Il vescovo Ernesto Togni, morto questa mattina all’età di 96 anni, era soprattutto questo: dolce, buono, accogliente.

Nato a Brione Verzasca il 6 ottobre 1926 e ordinato sacerdote il 7 maggio 1950, venne nominato da Paolo VI vescovo di Lugano il 15 luglio 1978, pochi giorni prima della morte dello stesso papa Montini. Chiamato dalla parrocchia di Tenero Contra dove avrebbe certamente preferito restare, accettò con fatica («avevo l’animo sconvolto», scrisse), convinto che il compito al quale veniva chiamato fosse superiore alle sue capacità («mi sentivo incapace e oppresso dal peso dell’impegno»).

Invece, per otto anni è stato un vero pastore per il suo popolo, ridando impulso a una diocesi che cercava di incarnare le novità di un Concilio che doveva ancora trovare applicazione nelle Chiese locali. Nominò immediatamente don Azzolino Chiappini suo vicario generale, confermando le altre cariche in Curia.

Gli stavano a cuore i giovani. Rettore del seminario, aveva imparato a vivere con loro applicando il metodo scout, con l’amore per la montagna e per la natura. Un modello che avrebbe promosso anche da vescovo dando vita a una pastorale giovanile che trovò compimento col suo successore, Eugenio Corecco.

Volle dare spazio soprattutto ai laici, e in particolare alle donne. In Consiglio pastorale e nelle commissioni diocesane la sua preoccupazione era quella di ascoltare la voce di coloro che vivevano la quotidianità della vita cristiana, valorizzando quelli che definiva i «carismi» laicali.

Propose poi alla diocesi di seguire un progetto missionario in Colombia, sostituendo una comunità religiosa che non aveva più le forze per continuare. Una «intuizione profetica» come ebbe a dire Mauro Clerici, già responsabile della Conferenza missionaria della Svizzera italiana, rimasto accanto a mons. Togni fino agli ultimi istanti.

Nel 1980 celebrò il quinto centenario della Madonna del Sasso a Locarno e, nel 1983, l’Anno Santo della redenzione. Ma l’avvenimento più significativo del suo episcopato fu certamente la visita a Lugano di Giovanni Paolo II, quando il Papa venne in Svizzera nel giugno 1984. Una visita attesa, che sarebbe dovuta avvenire tre anni prima, ma che fu rinviata a causa dell’attentato di cui fu vittima papa Wojtyla poche settimane prima, il 13 maggio 1981. Fu un evento di popolo, con il grande raduno nello stadio di Cornaredo. Per il vescovo Togni, un momento di grande emozione, che ricordava sempre con commozione. Soprattutto perché il Papa – con sua grande sorpresa – gli chiese notizie della sua salute. Giovanni Paolo infatti, forse informato da qualche collaboratore all’insaputa di Togni, era già a conoscenza che il vescovo Ernesto stava attraversando un periodo durante il quale la malattia cominciava a manifestarsi.

Un malessere interiore, una sofferenza che lo aveva portato ad un primo segnale di cedimento «fisico e morale», come confessò lui stesso il giorno delle dimissioni. Dimissioni che – accolte il 21 giugno 1985 – vennero rese note dallo stesso mons. Togni il 24 giugno. Da quel momento, fu amministratore apostolico in attesa della nomina di un nuovo ordinario diocesano. Dovette passare però un anno prima che il Papa scegliesse il successore, Eugenio Corecco, il 7 giugno del 1986.

Togni si ritirò così nella sua Valle Verzasca, accanto alla madre. Poi, nel 1993, partì come missionario a Barranquilla, in Colombia, nella parrocchia di San Carlo che lui stesso aveva sostenuto con l’impegno di tutta la diocesi. Vi rimase tre anni, fino al 1996. Poi tornò in Ticino, continuando a seguire progetti missionari. Dopo aver abitato prima a Brione Verzasca, poi a Bellinzona e a Sonvico, da qualche anno risiedeva nella Casa Cinque Fonti di San Nazzaro, in Gambarogno. I suoi giorni li trascorreva celebrando, anzi, cantando ogni giorno la liturgia, leggendo, scrivendo lettere e ricevendo visite, per lui forse il momento più bello.

Ha sofferto molto negli ultimi tempi l’isolamento a causa del COVID proprio per l’impossibilità di vedere le persone più care. La morte lo ha colto questa mattina dopo giorni di sofferenza.

Da oggi la salma di mons. Togni sarà posta nella cappella del Santissimo Sacramento in cattedrale a Lugano. Domani, domenica, pomeriggio alle 15 ci sarà una veglia di preghiera presieduta da mons. Alain de Raemy. I funerali saranno lunedì 14 novembre alle 10 sempre in cattedrale, presieduti dal vescovo emerito Pier Giacomo Grampa. La sepoltura avverrà nella cripta del Sacro Cuore a Lugano dove riposano gli altri vescovi di Lugano.

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