L’uxoricida: «Le ho sparato perché mi tradiva»

È accusato di aver assassinato la moglie. Lui lo ammette ma si trincera dietro il delitto d’onore. «Io amavo mia moglie, l’amavo tanto. Non avrei mai voluto perderla», dice con la voce rotta dal pianto e dall’emozione. «L’amava tanto che l’ha uccisa, ossessionato dalla gelosia», predica il giudice Mauro Ermani. L’uxoricida che la mattina del 23 giugno 2017 ha ferito mortalmente con una decina di colpi di pistola la giovane moglie sulla rampa d’accesso dell’autosilo della Migros di Ascona da stamattina è alla sbarra.
La sua tesi difensiva, ripetuta più volte davanti alla corte, è quella di un delitto commesso per salvaguardare il suo orgoglio di marito tradito. Un tradimento ipotetico della moglie con il genero, marito di sua figlia. «Non ce la facevo più a sopportare che mi tradisse, e si allontanasse da me».
L’uomo giardiniere di origini macedoni, incalzato dal giudice cerca di spiegare i motivi per i quali ha messo fine alla vita della donna, sua connazionale e già madre di due figlie. Una giovane moglie, la seconda dopo la vedovanza, che stava cercando di allontanarsi dal marito violento, ossessionato dalla gelosia, che la tempestava di telefonate anche durante il lavoro, arrivando a farla licenziare. Un uomo proveniente da una cultura patriarcale, ancestrale, dove il maschio di famiglia ha il potere assoluto nei confronti di moglie e figlie, come ha avuto modo di sottolineare il giudice tracciando il profilo dell’imputato durante la requisitoria. Un ritratto di uomo dominatore che l’uxoricida in aula non ha smentito: «Al mio paese è l’uomo che comanda, la donna si occupa dei figli e della casa», ha detto.