Il caso

«Ma quali favoritismi e nepotismi nelle assunzioni...»

Il Tribunale federale respinge il ricorso di un avvocato ticinese che contestava il fatto che avessero preferito un altro candidato per un posto in seno al Dipartimento del territorio - I giudici: «Non esiste alcun diritto di essere presi alle dipendenze dello Stato»
(Foto Maffi)
Alan Del Don
04.04.2019 10:42

Ha persino utilizzato l’espressione tanto in voga nella politica americana di «Deep State», ossia una specie di ibrida associazione fra governo e mondo della finanza e dell’industria per perorare la sua causa. Come se non bastasse ha biasimato i favoritismi ed il nepotismo che, secondo lui, sarebbero imperanti nell’amministrazione cantonale. Il Tribunale federale (TF) non ha però dato seguito alla tesi di un avvocato ticinese che si era appellato ai giudici di Losanna contro la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) che confermava la sua mancata assunzione quale collaboratore scientifico alle dipendenze del Dipartimento del territorio. Il ricorso del legale è stato dichiarato “manifestamente inammissibile” con verdetto del 7 marzo ma reso pubblico solo negli scorsi giorni.

“Deep State” come negli USA? “No”

L’uomo contestava il fatto che al suo posto fosse stato preso un architetto. Da notare che il bando di concorso poneva quali requisiti un master o una licenza in architettura, diritto e/o ingegneria. Pertanto entrambi i pretendenti avevano le qualifiche richieste. Il Consiglio di Stato a fine agosto 2018 aveva assunto l’architetto. Contro la risoluzione governativa l’avvocato aveva ricorso dapprima al TRAM (la sua censura era stata respinta) e poi, come visto, al TF. Mon Repos evidenzia subito come il legale non tratti “in alcun modo” il giudizio impugnato ma presenta nelle 45 pagine innanzitutto dei dati sulla quantità di ricorsi e sulle statistiche di casi di mancata assunzione nel settore pubblico: “Non si comprende in alcun modo che cosa vorrebbe trarre da ciò. Critica poi l’operato di vari uffici dell’amministrazione cantonale, mettendo in luce favoritismi, raccomandazioni e nepotismo”. A finire sotto la lente del ricorrente vi sono in seguito i giudici, i quali secondo lui sarebbero stati protagonisti di “tentativi manipolatori” nei suoi confronti. “La carente indipendenza della magistratura ticinese è soltanto fondata su ipotesi e considerazioni soggettive. Il Tribunale federale non è ad ogni modo un’autorità di vigilanza, che verifica l’operato generale, se del caso tramite periti, dei tribunali cantonali e delle amministrazioni statali e a cui si possono rivolgere richieste di parere”. In conclusione vi è il riferimento al mondo politico (e non solo, come vedremo) statunitense: “Il concetto di ‘Deep State’ e i paragoni con i tragici eventi dell’11 settembre 2001 (il terribile attacco alle Torri gemelle che causò la morte di quasi 3.000 persone; ndr.) non sono peraltro suffragati da alcuna circostanza oggettiva”.

I giudici di Losanna chiariscono infine che “non esiste alcun diritto di essere assunto alle dipendenze dello Stato del Cantone Ticino”. Solo in caso di arbitrio potrebbe intervenire il TF, ciò che non è il caso nella fattispecie in esame, in quanto “dal solo numero di insuccessi personali nelle richieste di posto lavoro non si può ad ogni modo sostanziare l’arbitrio”.