Il caso

«Mai offerto vaccini alla Lombardia»

Paolo Balossi, titolare della Exor SA di Lugano, nega il coinvolgimento dell’azienda nell’inchiesta italiana: «Sono le Regioni che me ne hanno chiesti, ma ho sempre rifiutato» - La società è anche invischiata in una vicenda di mascherine non consegnate nel Lazio: «Ma siamo parte lesa»
©CDT/GABRIELE PUTZU
Federico Storni
06.03.2021 06:00

La Procura di Milano - ne abbiamo riferito ieri - sta indagando sulle offerte di vaccini ricevute da diverse Regioni italiane attraverso presunti canali d’approvvigionamento paralleli (una via non percorribile, in quanto l’Italia rientra in un accordo per cui le forniture devono passare attraverso l’Unione Europea). Nelle carte dell’inchiesta, ha riportato l’Ansa, figurerebbe anche la Exor SA, una società con sede a Lugano attiva nello sviluppo di progetti speciali nell’ambito della sanità. Società che è guidata dall’imprenditore milanese Paolo Balossi, il quale ci ha contattato per precisare che la Exor non ha mai proposto forniture di vaccini alla Regione Lombardia, nonché che essa è parte lesa e non è mai stata indagata in un’intricata vicenda relativa a una partita di mascherine contro il coronavirus mai consegnate alla Regione Lazio.

Balossi premette innanzitutto che la Exor - azienda di famiglia attiva da decenni nel suo settore in ambito internazionale - è approdata a Lugano prima dell’emergenza sanitaria, a fine 2019, anche per il prestigio di avere sede in Svizzera. E in città oggi si trovano sia la sede amministrativa, sia quella operativa: «Il nostro centro di formazione e lo showroom si trovano su un piano intero di un palazzo in Corso Elvezia: non siamo una società bucalettere o improvvisata, operiamo anzi con in mano tutte le certificazioni del caso da parte di Swissmedic». Durante l’emergenza, aggiunge Balossi, la Exor, con MV Agusta ha anche donato diverso materiale alle casa di cura della cintura di confine, nonché alla Regione Veneto.

«Non ho autorizzato nessuno»

Quanto all’inchiesta aperta a Milano riguardo le presunte offerte di forniture di vaccini, Balossi nega decisamente un coinvolgimento della Exor: «Non ho mai autorizzato nessuno a mandare offerte alle Regioni per dei vaccini. Anzi: da alcune Regioni ho ricevuto richieste di approvvigionamento e le ho tutte rifiutate, perché so che l’Italia deve fornirsi tramite l’Unione Europea in virtù di un accordo. In Italia non stiamo lavorando per quanto riguarda il farmaco». Inoltre, sottolinea Balossi, la Exor è fornitrice accreditata di ARIA, l’Azienda regionale per l’innovazione e per gli acquisti che ha come scopo quello di affiancare la Regione Lombardia in vari ambiti, fra cui la gestione del ciclo degli acquisti degli Enti della pubblica amministrazione: «Pertanto, se avessi fatto la richiesta, l’avrei dovuta proporre attraverso il portale di ARIA».

Decreto d’abbandono

La società è inoltre rimasta invischiata in una vicenda un anno fa riguardo la fornitura di 7,5 milioni di mascherine alla Regione Lazio. Mascherine mai consegnate e anticipo dei soldi da parte della Regione (circa 11 milioni) sparito. «Ma in questa vicenda siamo parte lesa», ci spiega Balossi, mostrando un «Decreto di citazione di persona offesa o informata sui fatti» da parte della Procura di Roma, in cui si legge che l’imprenditore, appunto, è stato sentito come «persona in grado di riferire su circostanze utili alle indagini» e non quindi come imputato. Balossi nella vicenda è stato truffato dal fornitore a cui si è rivolto per ottenere la fornitura (dopo che le sue erano state bloccate da Stati esteri «interessati a mantenere nei propri confini il materiale vista l’emergenza»): «Per questa storia abbiamo titoli di risarcimento per milioni di euro. La nostra era una fornitura credibile e dimostrabile». A causa anche di questa vicenda, inoltre, la Exor è stata denunciata in Ticino da Orthomedica SRL, una società italiana, per truffa e falsità in documenti sempre riguardo a una fornitura di mascherine. Denuncia che si è conclusa con un decreto d’abbandono emesso dal Ministero pubblico, il quale ha inoltre aperto un procedimento per denuncia mendace a carico di Orthomedica, poi archiviato con l’accordo di Exor «dato che l’imputato non si presentava alle udienze». Nel decreto d’abbandono si legge anche che, «quanto ai fatti della Regione Lazio, nessuna denuncia o procedura rogatoriale di assistenza giudiziaria è stata intentata» contro la Exor in Svizzera.

«La Exor ha tutti i requisiti per lavorare ed è seria - conclude Balossi. - Lo dimostrano le centinaia di contratti conclusi positivamente dentro e fuori dall’emergenza sanitaria».