Giustizia

«Mamma, ho causato un incidente mortale», truffatore condannato

Inflitti 22 mesi sospesi a un cittadino italiano correo di una banda polacca – Ha prelevato denaro e contanti da quattro anziani, ma ha collaborato alle indagini
© CdT/Archivio
Nico Nonella
17.01.2024 14:00

«Ciao mamma, ho causato un incidente e ho ucciso un bambino. Mi servono soldi per la cauzione». Truffe shock, raggiro del falso nipote o del falso poliziotto. Chiamatele come volete, ma queste  pratiche riprovevoli da anni hanno preso piede in Ticino e grazie al lavoro degli inquirenti, sempre più spesso approdano in aula penale. Orchestrate dalla Polonia e con basi operative anche in Piemonte, queste truffe prendono di mira anziani e hanno lo scopo di sottrargli denaro o oggetti preziosi. Il modus operandi si basa su una chiamata, effettuata da un operatore dalla Polonia, e sul successivo intervento di un correo della banda che si reca a casa della vittima per farsi consegnare la refurtiva.

In aula penale, questa mattina, è comparso proprio uno di questi «intermediari», un 48.enne cittadino italiano arrestato lo scorso 19 maggio grazie alla segnalazione dell'ultima delle quattro vittime da lui raggirate nel Mendrisiotto e nel Luganese. L'uomo, difeso dall'avvocata Maricia Dazzi, si era fatto consegnare – tra il 31 marzo e il giorno del suo arresto – circa 119 mila franchi in denaro e gioielli, trattenendone per sé circa 8 mila. Accusato di truffa aggravata e ripetuta entrata illegale, il 47.enne è stato condannato dalla Corte delle assise correzionali, presieduta dal giudice Marco Villa, a 22 mesi sospesi per tre anni oltre all'espulsione dalla Svizzera per cinque anni. La pena è frutto di un accordo tra difesa e accusa, sostenuta dal procuratore pubblico Simone Barca. Determinante è stata la collaborazione da parte dell'imputato, con con le sue ammissioni ha permesso l'apertura di un'inchiesta che cercherà di smascherare la mente dei raggiri.  

Presenti in aula anche le parenti e l'avvocato Pierluigi Pasi, il patrocinatore di una delle vittime, un'anziana del Luganese cui l'uomo aveva sottratto ben 65 mila franchi (mai ritrovati): «La truffa ha due facce, ce n'è una che fa sorridere come Totò quando vende la fontana di Trevi e una che fa inorridire, come quella compiuta dall’imputato. La vittima gli ha consegnato anche i gioielli di una vita che non rivedrà mai più», ha affermato il legale. Dal canto suo, il 47.enne si è detto pentito e ha assicurato di voler cambiare vita. 

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