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Marco Gaia: «Ci aspettano 48 ore di passione»

Dalla grandinata, violenta, che ha colpito ieri il Locarnese ai prossimi eventi: ecco che cosa sappiamo
© MeteoSvizzera
Marcello Pelizzari
26.08.2023 09:39

Marco Gaia, responsabile del Centro regionale sud di MeteoSvizzera, non usa giri di parole per descrivere la violenta, violentissima grandinata di ieri nel Locarnese. «È stato un evento decisamente extralarge» esordisce il meteorologo. Come spesso capita, quest’ultima fase di ondata di caldo ha fatto sì che nell’atmosfera si immagazzinasse molta energia. E il tutto, per dirla con il nostro interlocutore, «si è concluso con il botto». «L’energia si è praticamente scaricata – prosegue Gaia – dando vita a un temporale violento». Accompagnato da una grandinata extralarge, appunto, «con chicchi dal diametro di cinque, anche sette centimetri». Un diametro, precisa lo scienziato, «assolutamente inusuale».

«La fatalità – dice Gaia – ha voluto che il temporale invece di investire boschi e rocce abbia investito in pieno il Locarnese, in particolare la zona fra Locarno e Losone. Stamane, il panorama era abbastanza desolante». Il fatto che l’elettricità sia saltata fra Brissago e Ronco sopra Ascona, come comunicato dalla Società Elettrica Sopracenerina, è indicativo: «Significa che è successo qualcosa di molto forte. Ma è l’estensione dei danni nell’insieme, non soltanto ai cavi elettrici, a fare notizia. Come detto, se la cella avesse attraversato boschi e rocce o il Lago Maggiore non avremmo avuto simili conseguenze. Invece, questo evento ha centrato in pieno una zona bene antropizzata. Da un punto di vista meteorologico, quello cui abbiamo assistito non è banale».

È possibile tracciare un paragone fra quanto successo ieri, a Locarno, e il maltempo che aveva colpito il Nord Italia lo scorso luglio? Il governatore del Veneto Luca Zaia, ad esempio, aveva parlato di chicchi di grandine grandi come mele. Ancora Gaia: «In Italia, nel Nordest, i chicchi erano sopra i dieci centimetri di diametro. Addirittura, era stato stabilito il nuovo record europeo con un singolo chicco di 19 centimetri. Una dimensione, quindi, ancora superiore rispetto a ciò che abbiamo constatato qui. Detto ciò, sì: anche il nostro è stato un evento extralarge. Ma non dobbiamo stupirci. L’atmosfera, lo ripetiamo da tempo, si carica di energia a furia di riscaldarsi. E questa energia prima o poi deve sfogarsi».

Di qui il legame, forte, con il cambiamento climatico. «Per avere temporali così intensi – dice il meteorologo – bisogna avere un’energia potenziale in atmosfera molto grande». Energia, beh, che proviene dal riscaldamento globale. «Che cosa significa riscaldare l’atmosfera? Significa lasciarvi intrappolata più energia. Di fatto, forniamo il combustibile affinché, poi, si sviluppino eventi del genere». Eventi di altri mondi, fino ad alcuni decenni fa. «Ma ora pure in Ticino si registrano temperature sempre più elevate». E così, questi fenomeni cosiddetti estremi si sono spostati (anche) alle nostre latitudini.

D’accordo, ma adesso? Che cosa suggeriscono le previsioni? Gaia al riguardo è categorico: «Ci attendono quarantotto ore di passione, e questo dal momento che non si è sfogata tutta l’energia potenziale. Abbiamo visto, finora, alcuni singoli temporali, che hanno aiutato a diminuire un po’ questa energia potenziale. Tuttavia, da oggi a mezzogiorno, per quarantotto ore a Sud della Alpi e per settantadue a Nord, ci attendono precipitazioni abbondanti e a carattere temporalesco. Non a caso, già ieri avevamo lanciato un’allerta. Allerta che ora innalzeremo».

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