Prevenzione

Mascherine «solo in casi particolari», malumore fra le guardie

C’è maretta per il divieto, imposto ad alcuni agenti, di indossare la protezione durante l’orario di lavoro - La polizia cantonale le usa - L’amministrazione delle dogane allarga un po’ le maglie, ma per i sindacati non basta - La portavoce: «Contano le direttive dell’Ufficio federale di sanità»
CDT/Putzu

Un passo avanti. Che però non soddisfa i sindacati, che da settimane chiedono il diritto per le guardie di confine di indossare le mascherine protettive, e che probabilmente non soddisferà neppure diverse delle guardie che in questi giorni si stanno lamentando. Ieri l’Amministrazione federale delle dogane ha emanato una direttiva che permette, «in situazioni ben precise», l’uso della mascherina. Per esempio durante controlli prolungati in cui non è possibile mantenere la distanza sociale. Sindacati e dipendenti chiedevano sì il diritto di indossarle ma, come ci ha confermato Nadia Ghisolfi (responsabile della regione sud del sindacato Transfair), «soprattutto che non ne venisse imposto il divieto». Perché è successo anche questo. Ci sono ufficiali che hanno chiuso un occhio di fronte ad alcune guardie che - in farmacia - si sono comprate una mascherina per indossarla al lavoro, e altri invece che ne hanno proibito l’utilizzo. «Per l’amministrazione federale delle dogane - ci ha spiegato la portavoce Donatella Del Vecchio - vige la direttiva dell’Ufficio federale della sanità pubblica, con cui siamo in stretto contatto, che considera le mascherine una derrata rara». In effetti – come si legge sul sito della confederazione - l’Ufficio federale indica che, vista la difficoltà di reperire il materiale di protezione, le mascherine vanno impiegate in modo oculato, «primariamente per la protezione dei professionisti della salute che curano pazienti e delle persone particolarmente a rischio».

«C’è da dire che mascherine ne abbiamo in quantità sufficiente, e i guanti sono sempre stati utilizzati in questo lavoro», spiega Del Vecchio. Ma, facciamo notare, l’Ufficio della sanità non ne vieta l’utilizzo, tanto è vero che in Ticino la polizia cantonale chiede ai suoi agenti (se in automobile, se impegnati in controlli e pattugliamenti in cui c’è il rischio di contatti ravvicinati e, di rigore, all’interno dello Stato maggiore di condotta) l’utilizzo delle mascherine e dei guanti. Perché la polizia sì e le guardie di confine no? «L’importante è che si sappia che la direzione dell’AFD, e l’amministrazione federale in generale, mette al primo posto la salute dei suoi collaboratori e intrattiene in questo senso anche importanti rapporti con i partner sociali. Sono state indicate altre misure, importantissime, come il ripensamento di alcuni comportamenti da attuare sul posto di lavoro. Un esempio: se si esegue un controllo su un treno, e si chiede il passaporto, poi alla guardia chiediamo di allontanarsi, fare un passo indietro. E poi sono stati rivisti i turni. Per esempio creando delle squadre omogenee, con sempre lo stesso partner». Questo per limitare appunto al minimo il rischio di contagi. «Non dimentichiamo poi che le guardie di confine già prima erano istruite ad affrontare questo tipo di problemi, evitando per esempio di esporsi ad altri tipi di malattie». La scelta dell’AFD era dunque pensata per evitare di «sottrarre» mascherine agli ospedali. Il loro utilizzo quale «protezione attiva» resta d’altra parte controverso. All’inizio dell’emergenza si è scoraggiato l’utilizzo delle stesse da parte di persone sane (chiedendo invece di indossarle a chi ha contratto il virus per evitare che contagiasse gli altri). Poi questa tesi si è un po’ smussata e alcuni Paesi - per esempio l’Austria - hanno reso obbligatorie le mascherine per tutti coloro che intendono recarsi in un negozio di alimentari.

«Pretendiamo di più»

Come detto la nuova direttiva dell’AFD non convince i sindacati. «Speravamo - sottolinea Ghisolfi - in qualcosa di più. Visto che continuano a rifarsi alle raccomandazioni dell’UFSP abbiamo deciso di fare altrettanto e chiederemo che questo sia considerato un mestiere per cui è possibile utilizzare le mascherine».

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