Masoni Brenni sul caso Bertini: «Quando devi decidere sei da sola»

Sul «caso Bertini» abbiamo chiesto un commento anche a Giovanna Masoni Brenni. Come Bertini, anche Masoni Brenni (nel 2016) era vicesindaca e decise di non ricandidarsi. Cosa significa prendere una decisione così, sapendo di essere un punto di riferimento per il partito prima di un’elezione? «È sempre difficile - spiega - e quando a tuo modo sei un leader, quando devi decidere, alla fine sei solo o sola. Chiedi consiglio a qualche amico fidato, ma poi le decisioni le prendi tu, a tu per tu con te stesso. E ne porti la responsabilità. Ma la mia decisione è stata presa in modo sereno. Sono sempre stata per il rinnovamento negli esecutivi. A quel momento, nel 2016, il giovane collega Michele Bertini, con cui avevamo collaborato molto bene, lo personificava e in molti eravamo convinti sarebbe diventato la futura locomotiva liberale a Lugano. Essere l’unico uscente lo favoriva per il vicesindacato (e in prospettiva, al più tardi entro 4 o 8 anni, per il sindacato), che altrimenti rischiava di finire anch’esso a una Lega già fin troppo forte, con sindaco e altri due municipali. Non sono mai decisioni facili, ma io ero tranquilla: convinta di aver fatto la mia parte, non in conflitto con il partito, che pure puntava molto su di lui».
Bertini lascia, lo ha detto lui, dopo «anni tormentati» e lanciando frecciate al partito. Il PLR a Lugano sembra avere problemi tra persone più che di ideologie. Come uscire dalla crisi? «Persone, riforme, progetti e molto lavoro. Quando vicende, peraltro molto umane e diffuse un po’ in tutti i partiti, rischiano di trascinarci giù, bisogna stare ancor più alla vera sostanza delle cose, alzare lo sguardo e guardare lontano. E lavorare molto per il bene comune, riforme, progetti, idee e strategie di vero sviluppo. Il nostro Comune-crisalide deve completare bene la sua trasformazione in città e i suoi cittadini, commerci e aziende oggi purtroppo faticano molto. Deve continuare a migliorare i servizi, la buona gestione e amministrazione, che toccano concretamente la vita dei cittadini, specie in questi anni, difficili anche in un paese pur ancora fortunato. Poi va detto che un’elezione è sempre una competizione di persone. Le persone contano molto e la sfida non è solo con gli avversari, ma anche con i colleghi di lista. Tutti ci dobbiamo augurare che vinca il migliore. Ma le energie van tradotte in spinte propulsive. Dobbiamo quindi lasciar lavorare e crescere chi è disposto a impegnarsi e dare fiducia. Con il tempo avremo i frutti».
Il ruolo di Tognola
Masoni Brenni è stata tra gli sponsor di Guido Tognola come presidente. Ora c’è chi lo critica per non essere riuscito a convincere Bertini a restare. «Premetto che io non ero “sponsor” di nessuno. Ero presidente della Commissione cerca. Avevamo il compito, dopo alcune incomprensioni fra Bertini e Giovanna Viscardi (terminate con le dimissioni di Giovanna dalla presidenza), di trovare un presidente possibilmente estraneo a quelle lotte. In Tognola lo abbiamo trovato, e abbiamo pure trovato un comitato completo, che l’assemblea ha nominato all’unanimità. Si sono messi al lavoro e non si sono persi d’animo di fronte alle difficoltà. So quanto Guido si è adoperato per rasserenare gli animi e convincere Michele a rimanere. Se non c’è riuscito lui con questo comitato, in cui Bertini aveva parecchi amici e estimatori, né ci sono riusciti i tanti altri che lo vedevano capofila e che hanno tentato l’impresa (come la sottoscritta e la Commissione cerca), vuol dire che nel frattempo si è dato altre priorità: famiglia e professione. Peccato. Confido possa un giorno ritrovare il suo entusiasmo per la politica, per cui ha un talento naturale. Peccato anche si sia arrivati a tre mesi dalla chiamata alle urne. Questo non facilita il compito dei liberali, del municipale uscente e degli altri candidati che si sono resi disponibili. Ma, persino dalle situazioni più difficili, si può uscire onorevolmente. Ci vuole impegno, senso di responsabilità e molto lavoro, che mi attendo da tutti i candidati e che mi auguro da parte di tutti i liberali di pensiero».