Massagno torna a ragionare sul terreno ex Lepori

Ci sono temi che hanno bisogno di diverso tempo per maturare un consenso politico. È il caso del mappale 207 di Massagno, detto «ex Lepori». Di proprietà del Comune, la sua destinazione è in discussione da almeno un ventennio. E ora quel consenso sembra esserci: il Municipio ha ricevuto mandato dalle forze politiche rappresentate in Consiglio comunale di sedersi a un tavolo con la Fondazione Farguis e discutere la costruzione da parte di quest’ultima di trenta appartamenti medicalizzati per anziani non autosufficienti (più due per dei custodi sociali) dietro concessione del diritto di superficie sul terreno. I primi contatti fra le parti, ci confermano il sindaco di Massagno Giovanni Bruschetti e il presidente della Fondazione Sergio Macchi, ci sono già stati.
Il referendum
Maturazione del consenso politico, dicevamo. Per un momento - e torniamo a un decennio fa - era sembrato che già ci fosse. Municipio e Consiglio comunale nel 2011 avevano optato per la vendita del terreno ex Lepori per tre milioni di franchi a dei privati che volevano edificare abitazioni prevalentemente per anziani. Ma sull’iniziativa venne lanciato un referendum accolto dalla popolazione e la faccenda sfumò.
Ciò che non era andato giù non era tanto la destinazione sociale del terreno - che peraltro si trova sul «retro» della casa anziani Girasole, affacciato su via San Gottardo - ma la sua alienazione. Tanto che negli anni successivi le proposte sulla destinazione non si sono discostate un granché. Nel 2015 i socialisti hanno proposto di realizzare uno stabile abitativo con appartamenti a pigione moderata per anziani e famiglie poco abbienti (senza cedere il terreno). Mozione che è stata demandata a una Commissione speciale del Consiglio comunale. Quella che negli scorsi giorni ha dato mandato al Municipio di trattare con la Fondazione Farguis.
La nuova proposta
Non sfuggirà che quel che propone la Fondazione differisce dall’idea avanzata dai socialisti. Il motivo è che la mozione è all’incirca coincisa con i primi abbocchi fra il Municipio e la Fondazione, tanto che già nel 2017 l’Esecutivo aveva chiesto a tutte le forze politiche di esprimersi su un accordo in questo senso, incassando solo sì. L’anno seguente, però, il gruppo PPD (il più numeroso) aveva chiesto di valutare piuttosto l’ingrandimento di casa Girasole fin sul terreno ex Lepori per far fronte al fabbisogno di letti futuro. Approfondimenti che sono stati esperiti nell’ambito della pianificazione cantonale integrata anziani e cure a domicilio (tuttora in consultazione) e che hanno sancito la bontà dell’idea della Fondazione.
Nel dettaglio
La nuova struttura medicalizzata, se l’accordo andrà in porto, sorgerà al posto dell’attuale edificio. Macchi, che si è detto «ottimista» sul buon esito delle trattative con il Comune, ci ha spiegato che la Fondazione intende ricorrere anche alla domotica per «permettere di abitare lì anche a chi è malridotto». Per esempio grazie a gabinetti e docce «utilizzabili anche da chi ha novant’anni», piastre in cucina che si spengono da sole dopo un certo tempo e ascensori in cui possa stare una barella. O con la presenza di due custodi sociali: persone che, in cambio di una pigione conveniente, sono tenute a controllare che gli altri ospiti stiano bene.
La Fondazione Farguis
La Fondazione Farguis è operativa dal 2016 ed è legata al servizio di cure a domicilio SCuDo (Macchi è presidente di entrambi). Nata da un lascito privato, il suo scopo è proprio la costruzione di appartamenti protetti per anziani. Oltre a quelli di Massagno, vi è stato un tentativo anche a Loreto, ma il terreno selezionato si è poi rivelato inadatto. Nel suo comitato direttivo siedono tra l’altro i politici leghisti Lorenzo Quadri (vicepresidente) e Roberta Pantani Tettamanti, nonché il copresidente di OCST Renato Ricciardi.