Massagno, un sindaco per pochi giorni?
Il nuovo sindaco di Massagno potrebbe passare alla storia come primus inter pares con il mandato più corto della storia ticinese: meno di una settimana. È un’eventualità remota, è bene precisarlo, tanto che avrebbe più probabilità un lupo di percorrere indenne tragitto Vallemaggia-Vallese andata e ritorno senza farsi impallinare. Ma è pur sempre un’eventualità sul tavolo. Ecco perché.
Dopo le dimissioni del sindaco Giovanni Bruschetti dopo la ben nota vicenda giudiziaria legata l’acquisto di due dipinti, dall’ottobre 2023 il Municipio era stato completato dal supplente Carlo Ferrari e il sindacato affidato ad interim al vicesindaco Fabio Nicoli. Lunedì, l’Esecutivo era stato completato nella sua forma ordinaria con l’entrata in carica della già municipale di Massagno (dal 2016 al 2021) Anke van der Mei Lombardi, la quale ha dichiarato fedeltà alla costituzione di fronte al giudice di pace Tommaso Pedrazzini.
A questo punto entra in gioco la Legge sull’esercizio dei diritti politici, la quale prevede che si debba eleggere un sindaco, passateci il termine, «vero» e non ad interim, scelto tra i municipali in carica e con il sistema della maggioranza assoluta. Come reso noto dallo stesso Comune di Massagno, l’iter è appena partito. Le proposte di candidatura per il sindacato devono essere depositate alla Cancelleria comunale entro le ore 18 di venerdì 2 febbraio e devono essere sottoscritte da 20 elettori. La votazione popolare è teoricamente in programma per domenica 7 aprile e sarebbe a tutti gli effetti un appuntamento alle urne separato rispetto a quello del 14 aprile. C’è però un modo per evitare uno scenario francamente imbarazzante nonché dispendioso per le casse comunali: le elezioni tacite. Ogni candidato può, in seconda battuta, ritirarsi entro le 18 di lunedì 12 febbraio in modo da consentirle.
Altrimenti, c’è il rischio che il sindaco eletto, considerato il tempo tecnico per organizzare la dichiarazione di fedeltà, resti in carica giusto il tempo di un aperitivo.
