Mauro Cavalli dice addio alle Bianche Casacche

Erano nell’aria da un po’ di tempo e oggi, martedì, sono giunte. Mauro Cavalli ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente del Football Club Locarno. «Non ho voluto rendere pubblica la mia decisione in anticipo per non influenzare il rendimento della prima squadra che anche quest’anno è in corsa per la promozione in Prima Lega Classic», spiega al Corriere del Ticino il diretto interessato qualche ora prima dell’assemblea dell’Associazione che gestisce le Bianche Casacche ed il loro settore giovanile. Assemblea, diretta da Nadia Mondini, durante la quale Cavalli ha comunicato la sua decisione alla quarantina di soci presenti, oltre ad altrettanti simpatizzanti del sodalizio sportivo cittadino. Ed ora che succederà, considerato che nella riunione di martedì sera non sono stati eletti i sostituti dei dimissionari? Il club non potrà certo restare orfano del suo vertice. La proposta scaturita da più di un presente ai lavori assembleari è stata quella che Cavalli rimanga al timone fintanto che non sarà stato scelto il gruppo che assumerà la dirigenza dell’FC Locarno. Sul tavolo, come ha riferito Omar Ferro, anche lui dimissionario dal comitato, ci sono le proposte avanzate da quattro cordate. Una si è presentata martedì sera tramite il proprio portavoce Arnaldo Caccia, già presidente di lunga data dell’FC Cadenazzo e deputato in Gran Consiglio. «Rappresento il gruppo formato da Mathias Bassi, Donald Donati, Guido Di Maio, Mattia Galli ed Emanuele Gallo. Gruppo a cui sta a cuore l’FC Locarno e che desidera entrare nel vostro comitato» ha affermato Caccia davanti all’assemblea. La cordata che rappresenta intende però affiancarsi a Cavalli sino alla fine della stagione per collaborare con lui affinché le Bianche Casacche conquistino il posto che spetta loro in Prima Lega Classic. «Le mie dimissioni restano, ma comunque ci penserò», gli ha fatto eco Cavalli, lasciando comunque intendere che non sarà molto facile un ritorno sui suoi passi. Sempre dalla sala si sono poi levate voci sul pericolo di prendere decisioni affrettate: «Meglio ponderare con calma a chi dare in mano il timone dell’FC Locarno», è stata la tesi prevalente. Detto in altre parole, i soci vedrebbero di buon occhio una conduzione dell’attuale presidente sino alla fine della stagione. Tutto dipenderà in ogni caso da quello che deciderà il diretto interessato, che più di una volta nei suoi interventi ha sottolineato il sacrificio nervoso e finanziario che ha comportato per lui la carica di presidente delle Bianche Casacche. «Per me la decisione di lasciare significa risparmiare tempo e denaro. Ora desidero riorganizzare il mio tempo libero», ci ha confidato, sempre prima dell’inizio dell’assemblea. Entrato in comitato nel 2018, Cavalli ha assunto la presidenza del sodalizio sportivo cittadino tre anni più tardi subentrando al compianto Sergio Debernardi.
«Bello ma non bellissimo»
«Mi sono divertito ed ho imparato molto da questa esperienza. Come ho già avuto modo di dire, è stato bello ma non bellissimo». Bellissimo per Cavalli sarebbe stato se la scorsa stagione le Bianche Casacche avessero centrato la promozione in Prima Lega Classic. «Ma così non è stato e, a mente fredda, oso dire che magari è stato meglio così. Salire un ulteriore scalino avrebbe infatti comportato un mercato dei giocatori al rialzo in termini di ingaggi con il rischio concreto che il club potesse andare a gambe all’aria», ammette il nostro interlocutore ricordando che già al momento della mancata promozione aveva maturato la decisione di lasciare la presidenza. «Mi hanno convinto a continuare – spiega ancora il nostro interlocutore -, e l’ho fatto solo per il bene dell’FC Locarno». Fin dall’ingresso in comitato dopo il fallimento del club e la retrocessione in Quinta Lega, Cavalli ed i suoi colleghi erano animati dalla speranza che la rinascita dal punto di vista sportivo del club fosse accompagnata dal rilancio del tifo allo stadio del Lido.
Pubblico scarso
«La qualità del gioco della prima squadra è indiscussa, ma purtroppo il pubblico che segue le partite è scarso: con poche centinaia di spettatori in media ritengo che il santo non valga la candela», osserva amaramente Cavalli mettendo a fuoco un problema comune alle squadre di calcio ticinesi, comprese quelle che militano nelle prime due categorie elvetiche. Di rimanere «uomo solo al comando», non se la sente dunque più. «In questi anni mi sono sentito un po’ solo nel portare avanti la baracca, mettendo di tasca mia parecchi soldi affinché la squadra potesse ottenere i risultati auspicati. Ripeto: voglio avere più tempo da dedicare a me stesso». Ora si tratta solo di attende chi gli succederà e quando.