Mendrisio: dal telegrafo alle bici gialle per non dimenticare le PTT

La Posta è un’azienda per certi versi unica nel suo genere, profondamente radicata in Svizzera. Esiste da 174 anni e oggi anche lei è entrata nell’era dell’informatica e del digitale, in un periodo in cui i cambiamenti sono repentini ed è necessario restare al passo con i tempi. In tutti questi anni la Posta ha mutato volto più volte. Ma c’è ancora chi ricorda la posta pneumatica, le telescriventi, le bollatrici o il cosiddetto «libretto giallo». Ebbene oggi chi vuole fare un tuffo nel passato può recarsi alla Galleria Baumgartner a Mendrisio dove al primo piano è stato inaugurato il Museo della Posta. Si possono ammirare circa 500 oggetti del passato, restaurati e accessibili ai visitatori.
Tanti ricordi
Questo museo dei ricordi nasce dalla passione di Peter Lühti, ex funzionario postale a Lugano, che ben si è «sposata» con l’entusiasmo del collezionista Kurt Baumgartner, proprietario della galleria situata nei pressi della stazione.
Lühti – purtroppo assente all’inaugurazione del museo – ha lavorato una vita intera per la Posta, anzi per le PTT (Posta, telefono e telegrafo) come a lui piace ancora chiamarla. Quando alla fine degli anni novanta lo storico palazzo delle PTT in centro a Lugano fu venduto a dei privati, molti oggetti, documenti e apparecchi stavano per andare al macero o erano destinati alla distruzione. Con grande amore Lühti li ha raccolti e conservati. Ma solo con l’aiuto di Baumgartner hanno potuto avere un destino degno non solo per essere ricordati dalle vecchie generazioni ma anche per fungere da mezzo didattico per i giovani di oggi. «Sembrano oggetti banali e magari inutili oggi. Ma non è così. Ogni oggetto, ogni documento ha una sua storia che deve essere studiata per capire a che cosa servivano» ha detto Baumgartner all’inaugurazione del museo. Un collezionista e un appassionato di storia locale come lui non poteva lasciarsi scappare l’occasione di allestire una simile mostra in una galleria che, fra le altre cose, già ospita modellini di treni e l’archivio storico del Circolo filatelico del Mendrisiotto di cui Baumgartner è stato presidente per quasi 25 anni.
Anche un libro
La raccolta comprende come detto apparecchi, documenti, fotografie, uniformi, biciclette, mezzi di trasporto e di comunicazione. Gli oggetti sono raggruppati per tematica, dal telegrafo alla telefonia, dalla spedizione alla distribuzione degli invii, dall’archiviazione sino al trasporto delle persone: attività che hanno fatto la storia dell’azienda federale. «È stato un lavoro interessante e gratificante catalogare e descrivere ogni oggetto. Siamo coscienti che una raccolta di questo genere non sarà mai del tutto completa, ma è un inizio per continuare nella ricerca di nuovi reperti da conservare per le future generazioni. Già oggi alcuni pezzi esposti attirano l’attenzione dei giovani visitatori che non conoscono il funzionamento e l’uso di apparecchiature che venivano impiegate nei decenni passati. Da qui l’idea di dedicare a questo museo anche un libro – “PTT - Il Museo dei ricordi” – finito di stampare proprio nelle scorse settimane» ha affermato Baumgartner. E durante il suo intervento non ha mancato di rivelare aneddoti e ricordi, come se ogni oggetto nella sala avesse ancora oggi una vita propria.
Sostegno e emozione
All’inaugurazione erano presenti anche Pietro Cattaneo, responsabile degli Uffici postali della regione Ticino Sud, e Marco Scossa, portavoce della Posta, a testimonianza del sostegno che l’azienda vuole dare a questo museo. Entrambi non hanno nascosto la loro emozione in questo giorno importante. «È la Posta di ieri che ha reso possibile la Posta di oggi» ha fra l’altro detto Scossa. Un’azienda «visionaria» l’ha definita Cattaneo, aperta sul mondo.
Per l’occasione, anche il direttore generale Roberto Cirillo, di origini momò, ha voluto intervenire: «Un museo non è solo un luogo della memoria, ma anche di apprendimento e di riflessione. L’iniziativa ripercorre le principali tappe di una storia di successo e di costante evoluzione al servizio della popolazione e del Paese. Una storia di cui andare fieri e sulla quale costruire fiduciosi la Posta di domani, un’istituzione che continuando a evolvere – come evidente dalla sua storia qui tanto bene rappresentata – continui a sostenere il futuro sviluppo della Svizzera».