Mendrisio, e se il «vecchio» liceo restasse?

«Un po’ come a Venezia». È con queste parole che Cristina Zanini Barzaghi ha descritto l’avvio dei lavori per l’edificazione del nuovo liceo a Mendrisio. Il cantiere ha preso avvio alla fine del mese di aprile - come spiegato dalla deputata al Gran consiglio nonché nel team di progettazione che ha disegnato il nuovo immobile - bisogna fare i conti con il terreno sul quale sorgerà la struttura. Il riferimento a Venezia è dettato dal fatto che è necessario inserire dei pali nel terreno prima di poter passare all’edificazione dell’edificio, di quattro piani, che sarà interamente in legno. Il retroscena inerente il cantiere è emerso ieri durante un evento che si è tenuto all’esterno dell’attuale liceo. Zanini Barzaghi ha infatti esposto il progetto durante la «reunion» organizzata per chi ha ottenuto la maturità a Mendrisio nel 2005. Un incontro al quale hanno partecipato oltre una settantina di ex allievi e alcuni docenti. «Una cerimonia dunque c’è stata» è stato il commento - con leggerezza - che si è udito durante l’evento. Un chiaro richiamo alla recente interrogazione del granconsigliere Gianluca Padlina che chiede lumi sul perché non si sia tenuta alcuna cerimonia per l’avvio del cantiere.
Ironia a parte, una suggestione è stata lanciata anche per quel che ne sarà del «vecchio» liceo. Stando alle intenzioni, una volta ultimato quello nuovo, vi troveranno spazio temporaneamente le Scuole medie e la SPAI (Il Centro professionale tecnico di Mendrisio). Poi verrà demolito e al suo posto verrà realizzato anche un grande parco.
Zanini Barzaghi, durante il suo intervento, ha infatti ricordato come in politica «tutto possa cambiare rapidamente». E, allora, perché demolirlo? «Forse potranno emergere delle proposte per riutilizzare almeno parte dell’edificio, forse possiamo tenere qualcosa». L’idea, seppur in maniera informale, è stata lanciata.