Mendrisio, il cambio di casacca paga ma solo per i democentristi

A conti fatti è cambiato un solo volto. In realtà, a lasciare il segno, è stato il cambio di casacca. Massimo Cerutti sarà ancora in Municipio a Mendrisio e lo sarà sotto il vessillo dell’UDC-UDF e non più quello (abbandonato da tempo) del PLR. Il ché, tradotto, significa che il Partito liberale radicale non ha più la maggioranza relativa e perde un seggio (passando da tre a due). Sindacatura ad interim - senza storia, verrebbe da dire - attribuita all’uscente Samuele Cavadini. Riconfermato anche il collega di partito Samuel Maffi (3.083 preferenze). Fuori dai giochi, visto il mutamento degli equilibri, Marco Tela (che già nel 2021 era arrivato dietro a Cerutti per una manciata di voti). «Sono sicuramente soddisfato del mio risultato personale» ci confida Cavadini che ha ottenuto 4.452 voti personali. Ma il sentimento di gioia personale, come visto dalla nuova ripartizione delle forze, non è l’unico: «Spiace, evidentemente, per il partito (il PLR), che comunque resta la prima forza politica a livello di Municipio». Il tempo per le analisi approfondite dei risultati occuperà i vari attori nei prossimi giorni ma, secondo una prima visione - a caldo - «sembrerebbe che per poche schede non abbiamo riconfermato il terzo seggio».
«Passo indietro»
A livello personale, Samuel Maffi ha fatto una buona votazione. Tuttavia, come per Cavadini, anche il responsabile del Dicastero sicurezza e prossimità non nascone un po’ di amarezza per il «passo indietro» del PLR. «La causa è da ricercare nei risultati ottenuti dall’UDC», spiega. Il riferimento è ovviamente ai due ex liberali, Cerutti e Bianchi, passati ai democentristi. «Ad ogni modo non abbiamo fatto il terzo seggio per una trentina di voti». Insomma, il risultato non è da buttare. A livello personale, Maffi si dice «molto contento. Ora, speriamo che la legislatura sia più serena di quella appena trascorsa, soprattutto a livello di Municipio».
Testimone da raccogliere
Il volto nuovo della compagine - alla sua prima sfida politica a livello comunale - è quello di Nora Jardini Croci Torti (1.340 preferenze), eletta tra le fila de l’Alternativa. Toccherà a lei raccogliere il testimone lasciato da Françoise Gehring. «Sono felicissima del risultato, ma anche di poter portare avanti l’ottimo lavoro fatto da chi mi ha preceduta su temi che conosce bene e che sono quelli di cui mi occupo già», ci confida. La neo eletta non nasconde quindi il suo desiderio in vista della distribuzione dei compiti in Esecutivo: «Io punto certamente al dicastero di Françoise».
Carte sparigliate
Sorridono, a risultati pubblicati, anche i municipali uscenti de Il Centro: la vicesindaca Francesca Luisoni ha raccolto 2.368 voti personali, Paolo Danielli 2.255. «Sono personalmente molto contento del risultato, anche perché posso proseguire quelli che sono i progetti aperti nella scorsa legislatura che ora entreranno in una fase più operativa e concreta» ci racconta Danielli il quale non lesina un plauso alla collega. A livello di partito, invece, Danielli sperava «in un trend migliore. Abbiamo tenuto le posizioni ma ci si poteva aspettare qualcosa di più. Ma capisco - analizza il nostro interlocutore - che Mendrisio ha vissuto una situazione molto particolare con la destra divisa e la sinistra non completamente coesa; tutto ciò ha sparigliato un po’ le carte». A guardare in casa propria, invece, Danielli ha temuto la lotta interna, segnatamente con Pascal Cattaneo (giunto terzo con 2.012 voti)? «Abbiamo voluto allestire una lista non di accompagnamento, non banale - ci risponde -. Un elemento come Pascal poteva rappresentare un’insidia ma anche l’opportunità di avere tre candidati che potessero ottenere la carica. Il Centro, dunque, era pronto. Pascal ha corso molto bene, siamo stati una squadra unita, senza frizioni interne».