Michele Foletti: «Abbiamo tutti sottovalutato l’aumento della mobilità»

In Città il tema della circolazione stradale e del traffico torna puntualmente. Complici le ferie d’agosto, in questi giorni attraversare il territorio urbano con l’auto richiede meno pazienza. Ma il problema, a livello generale, resta. Ne abbiamo parlato con il sindaco Michele Foletti.
Sindaco, quando è rimasto bloccato l’ultima volta nel traffico?
«Sabato. Sono rimasto imbottigliato in autostrada».
Nel 2011, rispondendo a una sua interrogazione, il Consiglio di Stato spiegava che «con la messa in esercizio della galleria Vedeggio-Cassarate (inaugurata nel luglio del 2012, ndr) sarà rivoluzionato il modo di muoversi e di concepire la mobilità all’interno dell’agglomerato di Lugano». Nel 2025 possiamo dire che è andata davvero così?
«Era il 2011, ero preoccupato per lo svincolo autostradale di Lugano Nord. Ero dell’idea che non avrebbe retto, ho ricevuto una risposta rassicurante. Oggi, però, siamo al collasso sia sull’autostrada sia per quel che riguarda l’accesso a Lugano. La Vedeggio-Cassarate era arrivata a regime nel giro di un mese e in poco tempo ha superato il numero di veicoli in transito stimati dal Dipartimento del territorio. Il Piano viario del Polo (PVP), ai tempi, è stato concepito con l’autostrada che avrebbe funto da circonvallazione della città, ma con l’aumento esponenziale del traffico lungo la A2 la circonvallazione, in tal senso, non ha più funzionato. Tanti automobilisti, visti i ‘blocchi’ in autostrada, hanno ripreso a percorrere il lungolago».
La realizzazione del PoLuMe, la terza corsia dinamica, potrebbe essere d’aiuto?
«La realizzazione della terza corsia dinamica tra Mendrisio e Lugano era inizialmente prevista solo fino a Lugano Sud. Siamo riusciti a ‘portarla’ fino a Lugano Nord proprio per migliorare la viabilità della circonvallazione. Ora vedremo se il progetto proseguirà. È chiaro che dovremo attendere ancora diversi anni».
Il traffico, nel frattempo, non diminuisce. Anzi.
«Il problema è l’aumento esponenziale della richiesta di mobilità. In questi anni sono stati fatti sforzi notevoli da parte del Cantone e dei Comuni per potenziare il trasporto pubblico e i numeri dicono che il potenziamento è stato apprezzato. La mia percezione, però, è che il traffico non sia più dovuto unicamente ai pendolari che vanno a lavorare, ma che sia sempre più causato dal tempo libero. L’Ufficio federale dei trasporti indicava che circa il 60% degli spostamenti è da ricondursi al tempo libero e si ravvisa inoltre la tendenza da parte dei giovani a lavorare a tempo parziale. Non a caso troviamo colonna già a metà mattina e al pomeriggio. C’è il rischio che il potenziamento del trasporto pubblico e i miglioramenti della fluidità del traffico vengano resi vani dall’aumento costante della richiesta di mobilità. Questo sta diventando, oltre a una questione tecnica, anche culturale».


Dopo l’implementazione del PVP ci sono stati diversi monitoraggi. Nel rispondere a una recente interrogazione, il Municipio ha scritto che «si sta ora valutando una verifica e un aggiornamento del concetto della rete viaria». Può dirci di più?
«Ci siamo dotati di un nuovo strumento informatico – il software riproduce un micromodello del traffico – che stiamo utilizzando soprattutto per diminuire gli inconvenienti dettati dall’apertura di cantieri. A Lugano, nel prossimo futuro, ce ne saranno diversi, anche di discrete dimensioni. Pensiamo ad esempio al canale Genzana: è da rifare e potenziare perché si è visto che con gli ultimi fenomeni meteorologici la sua portata è insufficiente per scongiurare eventuali fuoriuscite di acqua sulla strada. Ciò comporterà lo spostamento di diverse fermate e la modifica di alcune linee di trasporto pubblico nonché la chiusura di varie strade. Il software, in questo modo, prevede di limitare il più possibile l’impatto sulla circolazione in centro città. Ma un impatto ci sarà, e con esso anche dei disagi».
Sempre più spesso si parla di gestione della mobilità e di priorità: trasporto pubblico, mobilità privata, ciclisti e pedoni. Qual è la sua idea?
«Personalmente la priorità la darei al trasporto pubblico. Però sappiamo benissimo che a livello politico, e non solo a Lugano, ci si divide molto tra trasporto pubblico e mobilità individuale».
Tornando al PVP: nel 2019 sono state introdotte due nuove possibilità di svolta con l’obiettivo di agevolare la percorrenza e i sensi di marcia in corrispondenza dell’incrocio di Palazzo dei Congressi (piazza Castello) e per favorire l’accessibilità al centro, all’autosilo Balestra e al lungolago. È effettivamente migliorata la situazione?
«Abbiamo effettuato più monitoraggi. La fruibilità per gli automobilisti, ad esempio dell’autosilo Balestra – e, più in generale, la penetrabilità in quella parte della città – è migliorata. Per contro abbiamo avuto un leggero peggioramento dei tempi di percorrenza del trasporto pubblico. Ma ritengo che si sia trovato un equilibrio abbastanza interessante».
La collega di Municipio Valenzano Rossi, al Corriere del Ticino ha recentemente detto che «il PVP va ripensato perché è evidente che non regge più». È d’accordo?
«Io sono fermamente convinto che non ci sarà mai un piano viario, anche completamente nuovo, che risolva il problema del traffico a Lugano. Il PVP era pensato su tre assi di penetrazione in città e ora questi assi sono quasi saturi. Allora, invece, le strade erano meno utilizzate e dunque v’era più margine di manovra. Ciò non toglie che probabilmente qualche miglioramento va fatto. Ma sfido chiunque a trovare una soluzione geniale che rivoluzioni il PVP e tolga il traffico a Lugano o diminuisca i tempi di percorrenza in città».
Divieti o limitazioni?
«Certo, si potrebbero introdurre misure coercitive. Come ad esempio le ZTL (Zone a traffico limitato, ndr), i divieti di circolazione per determinati tipi di automobili o limitazioni al traffico in determinate fasce orarie. Ma non mi pare che sia una soluzione da Paese liberale».
Non abbiamo ancora menzionato il tram treno.
«Potrebbe alleggerire il traffico in entrata in città e i tempi di percorrenza prospettati sono particolarmente interessanti. Con i due Park&Ride previsti a Cavezzolo e a Manno, probabilmente diventerà più interessante entrare in città senza auto. Però i tempi si stanno allungando in maniera preoccupante: a livello progettuale mi sembra che si sia sulla buona strada, bisogna fare i conti con i legittimi tempi della giustizia».
Una considerazione finale?
«Abbiamo tutti – non solo il Cantone ma anche la Confederazione – sottovalutato l’aumento della mobilità».