Molestò la giovane paziente: «massaggiatore» condannato

In quel centro estetico è successo qualcosa che non doveva succedere. Toccamenti intimi e un tentativo di rapporto orale durante quello che avrebbe dovuto essere un massaggio rilassante. Atti per i quali è stato condannato a una pena detentiva sospesa un cittadino libanese, giudicato colpevole di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere dalla Corte delle assise correzionali presieduta dal giudice Marco Villa. La vittima è una giovane ticinese e i fatti risalgono a fine giugno dello scorso anno. L’inchiesta condotta dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis è scattata il giorno stesso, dopo la denuncia da parte della ragazza.
Niente espulsione
L’uomo, attivo come massaggiatore nel Luganese ma sprovvisto di un diploma valido in Svizzera, ha approfittato «della condizione di inermità e inesperienza della cliente che, oltretutto, si sottoponeva per la prima volta a un massaggio». I toccamenti, ha argomentato Villa, sono stati indesiderati e frutto di una fantasia dell’imputato. Lo stesso è stato condannato a una pena detentiva di 18 mesi sospesi per due anni, cui va aggiunto un risarcimento di 4.000 franchi alla vittima per torto morale. Oltre a ciò, la Corte ha disposto il divieto di svolgere attività remunerata quale massaggiatore per almeno due anni, nonché quello di contattare la giovane. La Corte ha rinunciato all’espulsione obbligatoria, chiesta dall’accusa, tenendo conto della situazione politica del Paese di origine dell’imputato.
La vittima è credibile
Dal canto suo l’uomo, patrocinato dall’avvocato Samantha Grapsi, si è difeso sostenendo che era stata proprio la giovane – a fronte di asseriti «segnali ambigui» – a volere questi toccamenti. Di qui la richiesta di proscioglimento oltre a un indennizzo di 20.000 franchi come risarcimento per i 30 giorni di carcere preventivo sofferti. La Corte ha però giudicato inattendibile la versione dell’imputato, il quale – hanno ricordato la procuratrice e la rappresentante della vittima, l’avvocato Letizia Vezzoni – ha rilasciato dichiarazioni confuse, prime negando qualsiasi atto salvo poi ammetterli. «Ha dichiarato tutto e il contrario di tutto – ha motivato Villa durante la lettura della sentenza –, ammettendo i fatti ma continuando ad attribuire in qualche modo la colpa alla vittima», a fronte «dell’indiscutibile credibilità» di quest’ultima. Il giudice non ha lesinato critiche ai vertici del centro estetico, esprimendo preoccupazione riguardo al fatto che «nel 2025 in Ticino facciano lavorare massaggiatori presunti tali che non potrebbero farlo, non avendo i necessari attestati, senza che la direzione si preoccupi di accertarsene. Cosa che oltre a essere poco professionale può risultare, come dimostra il presente caso, anche pericolosa».