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Momenti di tensione alla manifestazione antifascista di Lugano: insulti e petardi contro i dimostranti

Lanci di oggetti pirotecnici, slogan di estrema destra e volti coperti: un gruppo di facinorosi disturba il corteo organizzato
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
25.10.2025 16:35

Al di là di qualche fumogeno, la manifestazione antifascista partita quest'oggi alle 14 dalla stazione di Lugano – non autorizzata – è stata tutto sommato tranquilla. Almeno fino all'arrivo del corteo in zona pensilina Botta, dove un gruppo di una quindicina di facinorosi vestiti di nero, incappucciati o con il volto coperto (pratica illegale in Svizzera, proprio come il lancio di petardi contro persone) ha iniziato a insultare le centinaia di dimostranti, inneggiando slogan di estrema destra e lanciando pure qualche oggetto pirotecnico.

I manifestanti non hanno reagito alle provocazioni, limitandosi a rispondere con il canto dedicato alla resistenza Bella Ciao. Stando a informazioni raccolte sul posto dal CdT, i disturbatori si sono presto dispersi, con l'intervento della polizia in tenuta antisommossa. Gli agenti sarebbero entrati nel quartiere Maghetti per rintracciare i ragazzi vestiti in nero. Ma non vi sono stati arresti, come inizialmente riferito da testimoni.

Se i disordini sono durati pochi minuti, non senza atti illegali e scene inaccettabili, diversa è la situazione del traffico, con le automobili che hanno viaggiato a rilento sulle principali vie della città.

Nel comunicato di lancio della manifestazione, l'Assemblea Antifascista ha promosso l'evento con queste parole: «Nel Ticino dell'ipocrisia e delle destre che rialzano la testa, assistiamo al diffondersi di varie forme di odio: razzismo, sessismo, omotransfobia, supporto o perlomeno silenzio complice davanti al genocidio in Palestina».