Mondi in costruzione nel metaverso

Il metaverso va in scena a Bellinzona. E non solo va in scena, ma con un nuovo progetto si amplia sempre di più nella sua offerta e nel suo panorama, includendo un numero crescente di aziende che vogliono essere rappresentate in questo magico mondo della tecnologia. Stiamo parlando di Swiss Virtual Expo, il primo spazio virtuale in Svizzera di ated-ICT Ticino, che ha presentato ieri a Bellinzona le sue nuove funzionalità e futuri padiglioni che entreranno a far parte della fiera virtuale, realizzati in collaborazione con la Città dei mestieri e inclusione andicap ticino.
«A soli quattro mesi dal suo debutto ufficiale Swiss Virtual Expo si conferma come il primo metaverso svizzero» esordisce Cristina Giotto, direttore e membro di comitato di ated-ICT Ticino, dando il via alla presentazione dei nuovi spazi virtuali. «Siamo qui a festeggiare i primi quattro mesi dall’apertura del metaverso, come viene chiamato oggi, fino a ieri “realtà immersiva”. La nostra piattaforma sta facendo grandi numeri: conta diverse collaborazioni, stiamo veramente aggregando il Ticino creando un sistema di persone che hanno a cuore il cantone e che hanno voglia di sperimentare nuove opportunità di business, cercando la formula giusta per valorizzare le aziende, le persone e il territorio stesso». Giotto spiega come la denotazione del metaverso sia svizzera fin dal nome, ma che il punto di partenza rimanga ticinese: «C’è questa denotazione svizzera perché crediamo che sia un progetto che vada spinto a livello nazionale, ma che ha come punto di partenza il Ticino, cosa che mi rende particolarmente orgogliosa».
Sinergia e focus sul Ticino
Swiss Virtual Expo sarà un’esposizione permanente specifica Giotto: «Lo spazio durerà per sempre. È nato come regalo in occasione dell’anniversario di ated-ICT Ticino, ma sarà lasciato poi in eredità al Cantone». E prosegue spiegando gli intenti del metaverso in Svizzera: «La nostra funzione è chiaramente molto diversa da quella di ‘‘meta’’. Il nostro focus è il Ticino, la nostra idea è quella di dare al cantone uno strumento innovativo, immersivo. Una visibilità senza eguali, senza paragoni».
E i numeri sembrano promettere bene: «A quattro mesi dall’apertura si parla già di 200.000 utenze». Anche sul fronte degli impieghi: «Nel metaverso stanno lavorando tantissimi professionisti, ormai siamo più di 60 persone e molte aziende stanno cominciando a collaborare con noi, abbiamo già otto padiglioni e più di cento aziende: generano un traffico incredibile e molti utenti stanno già approfittando di questa nuova idea di fruire delle informazioni».


Il misterioso metaverso
Se il metaverso affascina molto in questi ultimi tempi è anche perché presenta una tecnologia complessa e di difficile comprensione. Giotto spiega questo aspetto, ribadendo come il metaverso, comprensibile o meno, sia la via del futuro: «Noi vendiamo l’opportunità di fruire del futuro oggi, perché il metaverso è ormai una parola in bocca a tutti». Anche se decifrarla è un’impresa difficile: «In tanti parlano del metaverso ma nessuno sa che cosa sia veramente. Nessuno ha ancora la competenza vera che serve per sapere come fruirne al meglio: abbiamo una Ferrari tra le mani ma la stiamo usando come un maggiolino». La chiave starebbe proprio nella collaborazione stretta: «Il gioco di squadra e la sinergia sono gli strumenti: la collaborazione paga. A provarlo è la fiera stessa». Per questa ragione è utile tessere una rete di collegamenti, spiega Giotto: «Stiamo cominciando a ragionare in termini di rete e di sistema con le aziende che abbiamo sul territorio. Ciò farà in modo che il Ticino abbia una visibilità senza pari. Anche la presenza parallela – come si prospetta in futuro – di più metaversi è un’opportunità per crescere perché in tal modo la nostra piattaforma sarà collegata ad altri mondi. Scambi simili possono portare forza».
Commerci visionari e modellini virtuali
Proseguono il discorso, aggiungendo nuove prospettive Luisa Masciello e Francesca Prospero Cerza, entrambe business developer di Swiss Virtual Expo, illustrando sviluppi e nuove funzionalità del metaverso per le realtà presenti e invitando i presenti a provare l’oculus, il visore che permette di immergersi a tutto tondo nella realtà virtuale del metaverso.
Masciello racconta che già molte aziende hanno deciso di crearsi il proprio stand virtuale, divertendosi a riprodurre fedelmente i propri uffici o sportelli così come sono nel mondo fisico. Un esempio è l’Azienda Multiservizi di Bellinzona, la quale ha creato il modellino perfetto dell’infopoint, sportello che permetterà di offrire dei servizi agli utenti come fatto nel mondo reale. «Sono tante le aziende che desiderano aprire anche uno shop virtuale. Il messaggio che vogliono mandare è: ‘’Proponiamo un commercio visionario e innovativo’’».
Masciello ha poi proseguito mostrando altri esempi di nuovi stand presenti alla fiera virtuale: «Da poco è salita a bordo sia la biglietteria dello Stato, sia Tilo. Abbiamo riprodotto fedelmente il treno e la biglietteria, dove è possibile comprare realmente i biglietti online: l’avatar entrando in fiera può tranquillamente avvicinarsi alla biglietteria e-commerce e acquistare il biglietto navigando nei nostri padiglioni. È il mondo virtuale che incontra l’e-commerce». La business developer ci mostra come avviene la creazione di showroom delle aziende presenti nel metaverso: «Sono degli spazi belli, grandi e disegnati ad hoc. Non sono solamente stand, sono zone completamente personalizzate in base alle richieste dell’utente. Qui la flessibilità e la fantasia non hanno veramente limiti».

Shopping immersivo e nuove possibilità
Prospero Cerza ci spiega come gli stand della fiera virtuale agevolino gli acquisti e rassicurino sulle decisioni di investimento. Capita spesso, infatti, di voler acquistare un bene (un mobile, ad esempio, un tavolo) ma ci domandiamo se la forma o il colore si accorderanno al nostro salotto e all’arredamento già presente. «Grazie alla tecnologia del metaverso e con l’aiuto di questi visori, si agevola non di poco la scelta d’acquisto: si potrà avere accesso a questo expo virtuale, cercare la presentazione dei prodotti che ci piacciono in esposizione e magari cominciare a creare il tavolo come lo vogliamo, scegliendo le componenti, dimensioni. Bene, avremo questo oggetto virtuale davanti agli occhi e potremo catapultarlo nel nostro salotto di casa». Questo non significa però, annullare le relazioni umane con l’artigiano, con il venditore, o con le associazioni, precisa Prospero Cerza, ma soltanto annullare quelle distanze fisiche, o i limiti degli orari d’apertura o anche le emissioni di CO2. «Perché tutta questa esperienza immersiva la posso fare comodamente dal mio divano alle otto e mezza di sera dopo una giornata lavorativa. L’esperienza del consumatore diventa più piacevole, più personalizzata, evoluta. Il marketing emozionale è uno strumento molto potente per andare a stimolare proprio l’emotività durante l’esperienza di acquisto creando così una storia coinvolgente e memorabile. E le tecnologie della realtà immersiva si sposano benissimo con questo obiettivo». E conclude svelando un progetto su una serie di corsi che saranno lanciati in primavera «per abilitare tutti gli standisti coraggiosi e tutti gli imprenditori curiosi che vorranno avvicinarsi a questa tecnologia, al fine di dar loro tutti gli strumenti per creare la loro storia e nuove possibilità di business, ma anche andare – cosa molto importante – a rafforzare la propria reputazione e il marchio sul territorio».
Lo spazio della Città dei mestieri
La presentazione del nuovo padiglione della Città dei mestieri è illustrata da Alina Gobbi, collaboratrice scientifica della Divisione della formazione professionale, spazio dedicato all’esplorazione delle professioni e ideato e creato dalla Divisione della formazione professionale del DECS, in collaborazione con il Centro Sistemi Informativi. «È un mondo innovativo e dinamico» spiega, «ma parte dalla Città dei mestieri, un luogo fisico che offre un servizio rivolto a un pubblico di tutte le età e che risponde a tutte le domande ed esigenze relative a formazione e lavoro». Ecco perché la decisione di entrare nel metavesro. «Si può trattare il tema della formazione professionale in un mondo vasto, dinamico e in evoluzione, informando ed essendo presenti sul territorio». Il padiglione contiene 25 stand che trattano tematiche diverse su formazione, spiega Gobbi, ogni stand approfondisce diverse tematiche attraverso una seria di risorse (collegamenti esterni, video, testimonianze, opuscoli da scaricare). «Questa è un’offerta complementare a quella che dà la Città dei mestieri “reale”» specifica la collaboratrice. «Il padiglione serve per farsi una prima idea, poi si va ad approfondire attivando una consulenza nella nostra sede».

Nuovi padiglioni tra inclusività e cultura
Due nuovi padiglioni saranno presto presenti nel metaverso di Swiss Virtual Expo e per presentarli sono intervenuti Sara Martinetti, Responsabile comunicazione di inclusione andicap ticino, e Mirko Nesti, fondatore di Tectel, raccontando del nuovo padiglione della cultura Recuperando.
Martinetti spiega come l’opportunità per la sua associazione di poter aprire un padiglione nel metaverso fosse importantissima per presentarsi in una veste nuova, inedita e innovativa. Perché inclusione andicap ticino ha anche l’obiettivo di migliorare l’accessibilità alle informazioni. «Parliamo ovviamente del mondo della disabilità ma anche del mondo delle pari opportunità» precisa Martinetti. «Vogliamo promuovere l’inclusione delle persone con disabilità. L’inclusione passa anche dall’informazione e dalla partecipazione attiva che queste persone non sempre riescono ad avere come vorrebbero. L’idea di essere presenti in una fiera virtuale, facilmente accessibile a tutti dalla propria casa o dalla propria realtà di vita, può essere davvero un passo avanti».
Nesti invece offre un punto di vista ancora differente raccontando dei vantaggi che una società come la sua può trarre dalla presenza nel metaverso. Una società come Tectel che si occupa di scansionare documenti storici. «Nel nostro settore c’è un gap importante che è far conoscere determinati documenti alle persone e fare in modo che la ricerca di questi documenti sia agevole. È un mercato molto verticale: se sai cosa cercare lo trovi, altrimenti diventa difficile per chi non ha nozioni particolari ricercare, ad esempio, una pergamena del 1400». Spesso, infatti, una scansione sembra non bastare quando ci si trova di fronte a certi testi: «È un discorso a due dimensioni, dove si vede la bellezza di tale pergamena ma magari non si capisce cosa c’è scritto perché è in Volgare o in un dialetto specifico». Ecco che interviene il vantaggio del metaverso: «Swiss Virtual Expo ci dà la grande possibilità di creare qualcosa di immersivo: non è più solo visualizzare un’immagine, ma anche entrare all’interno del documento». Un esempio? «Permettiamo di entrare all’interno delle mappe catastali: una persona può dunque immergersi in questi fogli e visualizzare davvero il territorio e ascoltare o vedere delle storie accadute in quel luogo».


Un mondo fatto di mondi
A conclusione dell’incontro Giotto spiega la magia del metaverso e perché ci affascinerà e coinvolgerà sempre di più: «Con questa realtà virtuale saremo sempre in continua evoluzione. Il metaverso è fatto di mondi in costruzione». Ma il vero mondo, quello reale, non va mai perso di vista: «Il virtuale deve essere uno strumento innovativo in più che porti valore al reale. La vita è nel mondo reale».