Mortale di Grancia, l’accusa ipotizzata è di omicidio intenzionale

È stata consegnata la perizia sull’incidente con esiti mortali avvenuto lo scorso 12 febbraio al centro commerciale di Grancia. Per il 20.enne portoghese che, quella sera, era alla guida quando avvenne l’incidente in cui morì una 17.enne del Luganese, l’accusa ipotizzata è di omicidio intenzionale per dolo eventuale, e non più omicidio colposo. Come riferito dalla RSI, martedì gli inquirenti hanno nuovamente ascoltato il giovane, contestandogli i risultati della perizia giudiziaria disposta per far luce sulla dinamica. L’ingegner Massimo Dalessi ha stabilito che la vettura, direttasi inizialmente (attorno alle 23) verso nord, ha invertito la rotta e, presa la rincorsa, ha raggiunto quasi i 100 chilometri orari sobbalzando e capovolgendosi sul tetto. Nell’istante in cui ha sbattuto contro il palo, la velocità era di molto inferiore, ma per la 17.enne non ci fu comunque nulla da fare: morì sul colpo.
A bordo dell’auto, una Polo, v’erano in totale cinque persone: altri tre ragazzi di età compresa tra i 16 e i 19 anni, rimasti feriti.
La ricostruzione del perito coincide sostanzialmente con quanto raccontato dal 20.enne. «Il mio cliente ha collaborato sin da subito alle indagini», ha dichiarato alla RSI il legale del giovane. Proprio il ragazzo, che quella sera non aveva assunto né alcol né droga, ha dichiarato che quella non era la prima volta. Già in precedenza aveva usato a mo’ di pista la stradina che passa dietro i grandi magazzini.
L’inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.