Sementina

«Morti per COVID in casa anziani: non si può più nascondere la testa sotto la sabbia»

In seguito ai tre decreti d'accusa emessi dal Procuratore pubblico, l'MPS esige che la richiesta di costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta arrivi celermente sui banchi del Gran Consiglio
©Chiara Zocchetti
Red. Online
03.05.2022 13:04

«Il Movimento per il socialismo ha preso atto dei tre decreti d’accusa emessi dal Procuratore pubblico nei confronti di tre dirigenti della casa per anziani di Sementina. Esprime in primo luogo vicinanza ai parenti delle vittime». Lo si legge in una nota dell'MPS, che pubblichiamo per intero: «Come si ricorderà il procedimento aveva preso avvio dalla denuncia di alcuni parenti di un paziente morto presso la struttura per omicidio colposo. Le provvisorie conclusioni dell’inchiesta escludono l’ipotesi di reato dell’omicidio colposo, ma riconoscono la responsabilità dei dirigenti della casa anziani, in particolare di non aver rispettato le direttive, le istruzioni e le raccomandazioni emanate dalle autorità competenti nella lotta contro il COVID.

In questo senso, le conclusioni della Procura confermano sia quanto messo in rilievo dal medico cantonale nel suo rapporto estremamente critico sull’operato dei dirigenti della struttura di Sementina, sia le denunce fatte a più riprese da parte dell’MPS.

Non si può infatti dimenticare come a Sementina siano comunque morte, nella fase più acuta della pandemia e al momento in cui si sono verificate queste inadempienze, 27 residenti su 80, pari al 34% (ai quali si devono aggiungere altri decessi che verosimilmente sono stati causati dal virus anche se non si è proceduto ad una verifica medica). Una situazione di questo tipo, con tale intensità, non si è registrata in nessuna altra struttura del Cantone.

Le conclusioni della Procura, se confermate in modo definitivo, sciolgono il nodo della responsabilità dei dirigenti della Casa per anziani: e costoro dovrebbero trarne le conseguenze. Così come dovrebbe trarne le conseguenze l’autorità municipale che esce sconfessata dalle attuali conclusioni della procura. Il Municipio ha sempre difeso l’operato dei dirigenti sostenendo che essi avevano scrupolosamente osservato le prescrizioni di legge e quelle emanata dall’autorità cantonale.

Vi è inoltre una responsabilità politica da parte dei partiti che fanno gruppo in Gran Consiglio che da ben due anni hanno bloccato in un cassetto la richiesta del MPS d’istituire una commissione parlamentare d’inchiesta. Il Movimento per il Socialismo esige ora che tale richiesta di costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta arrivi celermente sui banchi del Gran Consiglio».