Multe, l’Italia chiama e Camorino risponde

BELLINZONA - Il tema è scottante, di qua e di là dal confine. Se in Italia – tramite una proposta di legge ad hoc in fase di elaborazione – è scattata l’offensiva per rendere più efficace la riscossione delle multe non pagate dagli automobilisti svizzeri, in Ticino per questo tema le linee del TCS sono alquanto sollecitate. «Ogni mese ci occupiamo di una trentina di richieste di consulenza da parte di soci svizzeri che vogliono sapere come comportarsi di fronte a procedure d’incasso intimate per contravvenzioni commesse in Italia» sottolinea Paolo Ferrazzini, giurista di Assista, la protezione giuridica del Touring Club Svizzero. Un caso al giorno insomma, senza tenere conto delle decisioni prese nei confronti di automobilisti non assicurati al TCS o che si sceglie di saldare o meno autonomamente. A collaborare attivamente con le autorità italiane è invece la Sezione della circolazione. Da noi contattato, l’aggiunto e sostituto capo Aldo Barboni in effetti precisa che «di regola viene comunicato il nome del detentore» del veicolo immatricolato in Ticino. E ciò indipendentemente dalla gravità dell’infrazione commessa in Italia. Quante sono le richieste d’assistenza da oltre confine? «Circa una decina al mese» rileva Barboni. Sul sito della Sezione della circolazione è possibile ricercare il nome corrispondente a un determinato numero di targa, ma in molti chiedono espressamente a Camorino di mascherare la propria identità dalla banca dati. «Si tratta di alcune migliaia all’anno» indica Barboni. Per poi tuttavia precisare: «Va però sottolineato che questo non pregiudica la possibilità di comunicare il nominativo in caso di eventuali infrazioni».
«Per quanto ci riguarda – spiega Ferrazzini – deve valere il principio secondo il quale se è stata commessa un’infrazione allora va dato seguito alla richiesta di pagamento da parte italiana». Ferrazzini rileva come il TCS si occupi di «verificare se la multa sia stata notificata correttamente. Vi sono due possibilità. O il poliziotto italiano ha proceduto a consegnare brevi manu la contravvenzione, oppure entro un anno dall’infrazione il conducente deve aver ricevuto una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno». In merito alla casistica il giurista del TCS precisa che «le multe spesso concernono gli eccessi di velocità, il mancato pagamento del posteggio o il transito in zone limitate al traffico». Se il TCS s‘impegna anche a verificare la correttezza dell’ammontare della sanzione, più rari risultano invece gli errori, che – nota Ferrazzini – «sovente sono da ricondurre a numeri di targa d’auto confusi con quelli di motoveicoli e viceversa». Diverso il discorso legato ai pedaggi autostradali o al pagamento della Pedemontana, per i quali la procedura d’incasso da parte di agenzie private può anche prodursi a più anni di distanza. «E siamo a conoscenza di automobilisti che presentano 7.000-8.000 euro di pedaggi non saldati» conferma il portavoce della sezione ticinese del TCS Renato Gazzola. Sì perché non tutti pagano. Stando a La Provincia di Como, la sola Città sul Lario registra un ammanco di 350.000 euro nelle proprie casse dovuto alla mancata riscossione di multe distribuite ad auto targate CH. «Sicuramente vi sono casi di mancati pagamenti volontari, ma questo spetta ai diretti interessati. Non ci limitiamo a indicare cosa sarebbe giusto fare» spiega Ferrazzini. Sempre il quotidiano italiano ha però reso noto che anche un italiano su due non verserebbe quanto spetta all’agenzia delle entrate: le multe del 2015 ancora in attesa di essere saldate sono 33.934 per un importo di poco inferiore ai 2 milioni di euro, il 46% delle 72.801 messe in conto quell’anno. E in questo quadro tre quarti del debito complessivo è da ricondurre a infrazioni commesse da automobilisti comaschi. Tornando alle multe notificate ai ticinesi, «nel nostro cantone si assiste a una tendenza perversa, o meglio a una furbata, da parte di molti» evidenzia Gazzola: «Pur di non saldare quanto dovuto si evita appositamente di aprire la notifica di multa o di ritirare le raccomandate in arrivo dall’Italia. Ma pensare di farla franca è rischioso. Il mancato ritiro è comunicato alla controparte italiana, per la quale vale come se la lettera sia stata ricevuta. La multa è dunque iscritta e qualora dovesse essere fermato in Italia l’automobilista andrebbe con ogni probabilità incontro al pagamento dei propri sospesi».