Muscle Car, tutti condannati

LUGANO - "Il più grande giro di compravendita di auto rubate mai registrato alle nostre latitudini". È con queste parole che la giudice Rosa Item ha iniziato la lettura della sentenza nel processo Muscle Car che, a Lugano, ha visto alla sbarra otto imputati accusati a vario titolo di aver contribuito a un traffico di circa 70 veicoli rubati e poi rivenduti tra Italia, Francia, Spagna e il Ticino (vedi Suggeriti).
L'imputato principale (un ticinese di 48 anni, ex titolare del Garage GTO di Canobbio e pilota automobilistico amatoriale) è così stato condannato a 3 anni e mezzo da espiare. Nei suoi confronti la procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti aveva chiesto quattro anni e mezzo. "Non si è fatto scrupoli - ha spiegato la giudice Item - nel comprare e poi rivendere automobili, a prezzi decisamente vantaggiosi, da sconosciuti e con documenti ufficiali pieni di errori e dunque palesemente falsi. Non ha controllato e, così facendo, si è assunto il rischio di contribuire al traffico illegale. Ha continuato a comprare auto rubate da una persona anche quando gli inquirenti, già da tempo, avevano appurato che tale persona trattava veicoli rubati. Il reato di ricettazione è dunque confermato e siamo davvero al limite tra dolo eventuale e dolo diretto".
La giudice Item ha poi condannato, sempre per ricettazione, anche un siriano di 41 anni (titolare di un garage nel Bellinzonese) a 2 anni e 9 mesi (di cui 9 mesi da scontare). Anche lui, come l'imputato principale, non poteva non sospettare che le auto da lui rivendute fossero rubate. 16 mesi (sospesi) invece per un altro ticinese, accusato a sua volta di ricettazione per mestiere (lui si occupava di vendere ai garage le auto rubate). I quattro "intermediari" italiani invece (coloro che compravano le auto dai ladri e le rivendevano ai garage ticinesi) sono stati condannati a pene da 22 mesi sospesi a 2 anni e mezzo (di cui 6 mesi da espiare). Una donna infine - con un ruolo marginale nella vicenda - è stata condannata a 6 mesi (sospesi).