Vacanze

Natale al caldo? Sì, alle Maldive

La voglia di mare è più forte delle restrizioni e dell’incedere della variante Omicron: gli atolli nell’Oceano Indiano stanno facendo registrare il tutto esaurito, o quasi – Ne parliamo con Davide Nettuno di Hotelplan
© Shutterstock
Marcello Pelizzari
21.12.2021 17:38

La mente corre all’indietro. E ripesca, inevitabilmente, Viaggi di nozze di Carlo Verdone. Un dialogo, in particolare: quello fra lo sfortunatissimo Giovannino De Berardi e sua moglie. Beghe famigliari e imprevisti hanno rovinato la loro luna di miele. Anzi, l’hanno proprio fatta saltare. E così, all’alba, lei gli dice: «Sai che si può fare per Natale?». «Che cosa?» risponde il marito. «Ci sputtaniamo la tredicesima e ce ne andiamo sai dove?». «Dove?» chiede, un po’ sorpreso, lui. «Ai Caraibi».

Altri tempi, verrebbe da dire. Era possibile pianificare con largo anticipo un viaggio e, soprattutto, l’assillo maggiore era uno soltanto: arrivare in tempo utile all’aeroporto, il giorno della partenza. Oggi, beh, l’orizzonte è cambiato. La pandemia, le restrizioni, le mille scartoffie da riempire per spostarsi da A a B. E poi ancora le varianti, nuove limitazioni, l’obbligo di presentare un test in entrata e in uscita. Per tacere degli approcci, differenti, delle varie nazioni. Anche quelle che – vedi Unione Europea – teoricamente dovrebbero comportarsi come un corpo unico. Niente affatto.

Nonostante tutto, il portavoce di Hotelplan Davide Nettuno mantiene una tranquillità di fondo invidiabile. Di cancellazioni vere e proprie, con l’emergere di Omicron, se ne sono registrate poche. Tradotto: per Natale i ticinesi hanno voglia di vacanze, al di là di tutto. «Certo, abbiamo avuto un attimo di incertezza quando la Confederazione ha introdotto nuovamente la lista dei Paesi a rischio, con tanto di quarantena al rientro» sottolinea il nostro interlocutore. «Quella decisione ha creato un po’ di scompiglio. Tante persone, che avevano già prenotato, non potevano permettersi una quarantena. Anche per un discorso lavorativo. E così, chi doveva partire nei giorni immediatamente successivi ha cancellato. Giustamente, direi. Quella lista, tuttavia, per fortuna è rimasta in vigore per poco tempo. I danni creati al settore, per così dire, sono stati limitati. Chi ha potuto rimandare la decisione se partire o no, ora, si ritrova con restrizioni tutto sommato blande».

Paura di partire o di ammalarsi?
A Nettuno chiediamo, allora, se a prevalere sia più la paura di partire – fra documenti da preparare e test da pagare – o quella, una volta a destinazione, di incappare in una positività o in una quarantena di massa, ad esempio in albergo. «Se consideriamo il ventaglio di problematiche – prosegue Nettuno – quella più limitante è scoprire di avere contratto il virus una volta raggiunta la meta. Il che, banalmente, significa dover prolungare il soggiorno e, spesso, anche sobbarcarsi i costi aggiuntivi di una quarantena in loco. Le altre problematiche, in fondo, sono un po’ mitigate dal forte lavoro di agenzia. Noi, per dire, seguiamo il cliente non solo fino alla scaletta dell’aereo ma anche sul posto. Lo informiamo, soprattutto, qualora ci fossero novità o cambiamenti per il rientro in Svizzera, come è accaduto non più di due settimane fa. Davvero, la paura più grande è la quarantena in vacanza».

Quanto ai test PCR, Nettuno chiarisce: il fatto che molte mete richiedano un tampone molecolare all’ingresso non rappresenta, di per sé, un deterrente al viaggio. «E i test non sono neppure un motivo valido per cancellare il viaggio, attenzione» ricorda il portavoce di Hotelplan. «Questo vale con noi, ma anche con le altre agenzie e le varie assicurazioni di viaggio. Il cliente, in fondo, può partire. Si tratta soltanto di una limitazione e di un balzello in più. C’è un prezzo da pagare, è vero, e in Svizzera è molto alto. Ma all’estero i costi di questi tamponi sono bassi. Ripeto, la misura di per sé – penso a Dubai – non ha rappresentato un deterrente. Semmai, siamo noi agenzie ad aver avuto qualche grattacapo in più. Siccome la situazione, diciamolo, è piuttosto liquida siamo costretti a monitorare le decisioni di tantissimi Paesi. Ogni istante».

Tutto esaurito? Non proprio: è vero che i voli diretti sono strapieni, ma esistono varie soluzioni alternative

Tutto esaurito, più o meno
Le Maldive e Dubai, dicevamo, sono le mete più gettonate. Le prime lontane, le secondo più vicine. Entrambe esotiche, sebbene in maniera differente. «Hanno recitato la parte del leone» conferma Nettuno. «Non solo in Ticino, ma in tutta la Svizzera». Il nostro interlocutore, però, frena quando gli chiediamo se le Maldive, in particolare, abbiano fatto registrare il tutto esaurito. «Tutto esaurito, per me, significa che non si trovano più né voli né alberghi. Non è questo il caso. È vero, questo sì, che le soluzioni comode – come il volo diretto per Santo Domingo, Cancun in Messico o appunto Malé – sono scarse al momento. Ma di hotel, per contro, se ne trovano. E se un cliente è disposto a partire facendo scalo a Dubai, Doha o Abu Dhabi, beh, le Maldive tornano alla portata».

Rovesciando la questione, la variante Omicron ha scombinato i piani di chi – al caldo – avrebbe preferito una capitale europea. Molti Paesi del vecchio continente, infatti, si stanno chiudendo a riccio per paura che la mutazione prenda il sopravvento. «L’impatto, in questo senso, è stato importante» sottolinea Nettuno. «È mancato, se penso a dicembre, il turismo relativo ai capodanni nelle varie città. Ma prima ancora è mancato il turismo di avvicinamento al Natale, quello dei mercatini tipici che, ahinoi, ha subito uno stop drastico. Credo di non aver venduto nemmeno un pacchetto di questo genere. In generale, la vacanza breve di cinque o sei giorni a medio-corto raggio è qualcosa che, ora, non vendiamo. La mia sensazione? Considerando le restrizioni, la documentazione necessaria e via discorrendo, beh, il cliente o va lontanissimo o resta a casa».

L’arte della modulistica
Allestire le pratiche, in agenzia, sta diventando un’arte. «Se ci fossero dei Mondiali di modulistica saremmo ben preparati» scherza Nettuno. «Battute a parte, è un problema». Il portavoce di Hotelplan si riferisce agli approcci differenti o, meglio, al caos europeo: da una parte l’UE che, idealmente, vorrebbe un fronte compatto e, dall’altra, i singoli Stati che prendono decisioni per conto proprio, indipendentemente da Bruxelles. «La famosa unità di intenti non esiste, ma nemmeno lontanamente. Ogni Paese applica regole differenti, in maniera lecita per carità ma senza preavvisi particolari. Se avessimo un minimo di agio potremmo distribuire meglio le vendite e dirottare i clienti su altre destinazioni. Invece, puntualmente, le decisioni arrivano all’improvviso. Lo capisco, eh. In fondo, il turismo si trova nella stessa situazione della ristorazione o dei locali notturni. Dovremo convivere ancora con il virus e per farlo dovremo mostrare grande flessibilità. Ringrazio, a tal proposito, i clienti: hanno capito e accettato la nostra insistenza. Li chiamiamo di continuo per informarli. È un servizio un po’ molesto, me ne rendo conto, ma assolutamente necessario in questo momento».

In questo articolo: