Negozi aperti di giorno e di notte

VARESE/LUGANO - Dallo scorso fine luglio, nell'Alto Varesotto - e in particolare a Luino - a ridosso del confine ticinese, un'importante catena di distribuzione ha introdotto l'orario continuato: i negozi resteranno aperti 24 ore su 24, sabato e domenica inclusi. Questa scelta, ci viene detto da alcuni addetti dell'ipermercato, è stata introdotta senza creare problemi al personale, ma apportando indubbi vantaggi ai clienti; che in effetti, a pochi giorni dal via, hanno già dimostrato di gradire l'iniziativa. Quest'ultima, da quanto ci è stato riferito, è prevista anche in altre due filiali della zona. Insomma, gli operatori italiani alzano il tiro della concorrenza nei confronti dei grandi distributori ticinesi, soprattutto nel "food". Mercoledì mattina, il traffico a Luino si è presentato intenso fin dalle prime ore della giornata, anche per il concomitante mercato cittadino, che tradizionalmente vede una buona presenza di acquirenti svizzerotedeschi e germanici, i quali nella ridente località sul Verbano (ma anche nelle zone lmitrofe) - in questo periodo - trascorrono le vacanze. Creando pure, evidentemente, un lusinghiero indotto economico per tutte le attività commerciali della zona. Molte le targhe svizzere delle automobili in circolazione notate parcheggiate oppure in circolazione a Luino: Nidwaldo, Soletta, Basilea, San Gallo, e ovviamente molti ticinesi. I bar brulicano di turisti, i quali, per la verità, negli scorsi anni, erano risultati in calo anche da queste parti. Mentre, a giudicare dai dati pubblicati stamattina dalla Città di Varese, questi stessi turisti (non necessariamente legati all'Expo) sembrano avere riscoperto località lombarde che da tempo erano invece cadute nell'oblio. I miracoli del francoforte sono anche questi. Occorre vigilare e agire. Sono di ieri i dati nazionali resi noti da GastroSuisse che denuncia una perdita di 5 miliardi di franchi per il primo semestre da parte dei ristoratori nazionali, con ripercussioni anche per quanto riguarda gli effetti indiretti, sui pernottamenti in Ticino, scesi ulteriormente (vd SUGGERITI). Dati che dovrebbero fare ulteriormente riflettere sulla necessità di una maggiore flessibilità concertata con le parti sociali. E soprattutto quando si parla di vendita al dettaglio, per quanto riguarda il settore degli alimentari, è inevitabile che il francoforte - facendo quattro rapidi conti - si traduca in un insindacabile vantaggio per chi va a fare acquisti oltre confine. Uno svantaggio, per contro, per gli operatori del settore in Ticino, che devono sforzarsi di colmarlo come meglio possono, nel rispetto della normativa di riferimento. Non per nulla, il DFE (per la verità da anni e con non poche difficoltà) ha dato il la, ancorché con tempi piuttosto lunghi, ad una nuova legge che, ora in porto, concede un po' più di agio al settore, a beneficio di operatori e della clientela. Come stanno andando le cose? chiediamo ad un addetto che riempie gli scaffali nell'ipermercato che ha estero gli orari 24 ore su 24: "Per noi questa iniziativa non cambia nulla, anche perché qui di notte lavorano due cassiere e un caporeparto. Non si è modificato alcunché. So, però, che le cose stanno andando bene, la scorsa notte si è lavorato un po' meno, mentre il giorno prima c'è stato un afflusso di clienti maggiore". In assenza di un responsabile rivolgiamo la domanda anche ad una cassiera: "Non posso dire granché, è una decisione dall'alto che spetta all'azienda valutare, ma la trovo un'iniziativa interessante". "Sì sì potrebbe essere una ottima cosa per il futuro - ci spiega un altro addetto che scarica una cassa di frutta - per ora è difficile giudicare".
Come reagire a questa offensiva, ancorché ancora sperimentale, dei grandi commerci italiani d'oltre confine? Per cauterizzare il superfranco non c'è molto che si possa fare, salvo abbassare i prezzi e promuovere quanto più possibile i prodotti di qualità riducendo ulteriormente i margini (ma non si può andare oltre un certo limite per ovvie ragioni). Qualcosa, tuttavia, si potrebbe fare, dal punto di vista della strategia di marketing seguendo modelli collaudati da tempo già all'estero nel campo della vendita: estendere gli orari di apertura dei negozi almeno nel periodo di maggiore afflusso turistico, non foss'altro che per reagire alle strategie dei concorrenti d'oltreconfine. Fattibile? Non siamo in grado di dirlo. Dimenticavo: un caffè oltreconfine costa ancora un euro. Chi ha orecchie da intendere, intenda.
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