Nel Luganese quasi 3.000 abitazioni vuote

È allarme sfitto un po’ in tutto il Ticino, e il Luganese chiaramente non fa eccezione. È vero che la situazione a Lugano non è quella di Chiasso (gli appartamenti vuoti nel Basso Mendrisiotto sono il 7,17%), ma in città in un solo anno le abitazioni vuote sono aumentate di quasi 300 unità. Erano 1.275 nel 2020 e sono 1.555 in questo 2021. Lo sfitto è dunque passato dal 3,15% al 3,81. Dieci anni fa era - come fonte ci riferiamo ai dati forniti dall’Ufficio di statistica - l’1,40%. Ma lo sfitto nel Luganese non è uniforme. Il centro sembra fungere da calamita, ed è logico. Una calamita per i grandi gruppi immobiliari, o per le casse pensioni, che preferiscono investire soprattutto in città o nell’immediata cintura urbana. E non è un caso se nella «top 5» dei comuni con più sfitto figurano Paradiso (che con il 5,97% e 205 appartamenti vuoti detiene il primato regionale), Massagno (3,54%) e Sorengo (4,29%). Agno è al 3,38%, Bioggio al 3,3%. Situazione diversa negli altri centri più popolosi. A Capriasca (6.600 abitanti) si contano unicamente 32 appartamenti vuoti (lo 0,72% del parco immobiliare), a Monteceneri (4.600 abitanti) lo sfitto è dell’1,04% (28 appartamenti). Si conta poi il 2,75% di sfitto a Caslano e il 2,93% a Collina d’Oro.
Sul podio dei luoghi maggiormente occupati - ma in cui è di conseguenza anche più difficile trovare casa - si trovano Bedano (0,58%), la già citata Capriasca (0,72%), Aranno (0,78%, a parimerito con Brusino Arsizio) e Bedigliora (0,95%). Sono gli unici comuni in cui tra l’altro lo sfitto è inferiore all’1%.
In linea con gli altri centri
I dati dell’USTAT permettono di fare un’analisi piuttosto dettagliata tra le varie regioni del Luganese. E anche con il resto del cantone, dove si contano in totale 7.017 abitazioni vuote (il 2,83% deltotale). Il Luganese ha, in media, uno sfitto del 3% (2.793 abitazioni non occupate) contro il 4,6% del Mendrisiotto, il 3,42% del Bellinzonese, l’1,97% di Locarnese e Vallemaggia e l’1,5% delle Tre Valli. Paragonando le città, e detto del 3,81% di Lugano, ecco che a Mendrisio lo sfitto ha raggiunto il 4,14%, a Locarno il 3,27 e a Bellinzona il 3,69.

Pochi chilometri e cambia tutto
I dati dicono anche che basta spostarsi di pochi chilometri per vedere cambiare la situazione in modo netto. «Spezzettando» il Luganese si nota per esempio che l’area urbana ha uno sfitto medio del 2,99%, ma già spostandosi nel Vedeggio si arriva all’1,34% , all’1,01% in Capriasca e al 2,42% in Malcantone. E si passa dal 2,87% del Basso Malcantone all’1,60% della parte alta della valle (nel Medio Malcantone la percentuale è il 2%).
Nel 2011 erano solo 768
Come detto il Distretto di Lugano ha una media di sfitto pari al 3%. Nel 2020 era il 2,69% e 10 anni fa - nel 2011 - addirittura dello 0,89%. All’epoca in tutta la regione si contavano solamente 768 abitazioni non utilizzate.
«Non investono»
Si diceva prima che i grandi gruppi immobiliari - spesso finanziati dalle casse pensioni di tutta la Svizzera - investono soprattutto a Lugano e nei suoi immediati dintorni. E con la città che non cresce demograficamente l’effetto è più o meno il seguente: ogni nuovo appartamento, se viene affittato, porta allo svuotamento di uno vecchio. «Lo sfitto - conferma il sindaco Michele Foletti - colpisce soprattutto le abitazioni vetuste. Spesso i proprietari non investono nel riammodernamento e anche la manutenzione non è sempre appropriata».
Ma gli affitti restano alti
Appartamenti che poi risentono dei limiti architettonici legati al fatto di essere stati progettati 30, 40 o addirittura 50 anni fa. Senza contare che - e ce lo hanno confermato alcuni immobiliaristi - nonostante lo sfitto alto i prezzi di questa tipologia di abitazioni non è sceso. «Questo mentre i grandi gruppi - sottolinea Foletti - costruiscono a prezzi bassi». E chi ha la fortuna di poter scegliere opta per l’immobile più nuovo. Soprattutto se non costa poi tanto di più. «Già nel 2018 e nel 2019 - spiega il sindaco - avevamo analizzato questa situazione, notando che diverse persone si erano spostate dal centro per andare a vivere in nuovi immobili realizzati, soprattutto a Cassarate e a Molino Nuovo».
La proposta: edifici vetusti e e aiuti pubblici
Il rischio è che gli immobili vecchi restino vuoti per sempre se non si abbassano i prezzi. E se invece vengono ristrutturati l’affitto rischia di salire notevolmente. «Una mia proposta - spiega Foletti - è di analizzare aiuti a chi abita da tempo in un vecchio stabile e si vedrebbe aumentare l’affitto». Uno stimolo indiretto alle ristrutturazioni . «Permetterebbe all’ente pubblico di non doversi per forza inserire nel mercato con quelle che sono ulteriori abitazioni, anche se a pigione moderata».