Nelle mani di Artisa anche il deposito delle ARL

Il vento del cambiamento continua a soffiare forte in via La Santa a Viganello. Sul complesso usato dalle ARL per la manutenzione dei suoi bus e per uffici sono spuntate modine che preannunciano un progetto immobiliare di peso. La domanda edilizia non è ancora stata depositata e non conosciamo i dettagli dell’imminente trasformazione, ma alcune cose sono certe. L’azienda di trasporti ha deciso di cedere la sua proprietà ad Artisa. La società di Stefano Artioli, che ieri non siamo riusciti a contattare, ha firmato un diritto di compera e se tutto filerà liscio lo eserciterà, assicurandosi terreno e stabili. Da qui in avanti possiamo solo fare supposizioni. Le norme pianificatorie in quella zona permettono di costruire fino a sette piani e l’altezza dei pali metallici fa pensare che gli edifici attuali siano destinati alla demolizione. Tutta da scoprire la destinazione: lo sapremo tra qualche giorno. Da noi contattato, il presidente delle ARL Gianmaria Frapolli si limita a confermare che «l’azienda ha siglato un diritto di compera con un’altra società» e che questo «fa parte della strategia logistica delle ARL, che è quella di concentrare le sue strutture sul piano della Stampa».
La via che cambia vita
Quello messo a segno da Artisa a Viganello è un colpo immobiliare di visione, se così possiamo dire. L’apertura del nuovo campus universitario nel settembre del 2020 porterà nella zona circa tremila fra studenti, professori e ricercatori creando opportunità sia per chi investe nel settore abitativo – un privato ha già progettato una residenza per gli accademici e l’USI ci sta pensando seriamente – sia per chi punta sull’alberghiero – una via battuta finora solo dai promotori del City Hotel, aperto contando anche sulla vicinanza dell’università. Non va poi dimenticato il potenziale in più per le attività economiche del comparto, sia quelle esistenti sia quelle che apriranno sull’onda del cambiamento. E non è un cambiamento da poco per questo angolo di Lugano. In particolare per via La Santa, che da strada popolare dall’atmosfera un po’ retrò, lontana dallo stile e dall’effervescenza del centro, potrebbe diventare uno dei simboli della nuova città che avanza.
Menzionato ma indifeso
Detto del valore di mercato, una parentesi la merita anche il valore storico del complesso, che un tempo era il magazzino della società che gestiva la ferrovia Lugano-Cadro-Dino. La sua rilevanza architettonica non è ancorata al Piano regolatore, quindi non ci sono vincoli che ne impediscano la demolizione, però è menzionata nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere, l’ISOS. «Per il volume, le forme e i dettagli particolarmente rappresentativi dell’edificazione di tipo industriale degli inizi del XX secolo e per l’unicità del genere in quel contesto – leggiamo – si impone la rimessa per i mezzi delle ARL. L’edificio ha una facciata con tre archi conclusa a falso frontone, tratti tipici dell’architettura industriale dei primi decenni del ‘900».
