«Nelle successioni aziendali è meglio prepararsi per tempo»

La vostra famiglia ha appena compiuto la successione, anche se non è ancora completata, all’interno della vostra azienda, la Plastifil di Mendrisio. Come è avvenuta questa operazione?
«A livello operativo siamo ormai alla quarta generazione dell’azienda di famiglia che nel 2019 festeggerà i suoi 85 anni dalla fondazione. Io e le mie sorelle abbiamo tutti fatto delle esperienze fuori dall’azienda e allo stesso tempo seguivamo l’attività come membri del Consiglio di amministrazione, per poi entrare in azienda a livello più operativo negli ultimi 3 anni. L’azienda appartenuta allo zio di nostro nonno è poi stata traghettata da nostro nonno Mario Snozzi per lunghi anni, insieme a nostro padre e nostro zio. Da una decina di anni la figura di CEO è stata ricoperta da un manager esterno alla famiglia».
Di cosa vi occupate?
«Fabbrichiamo principalmente cestelli in acciaio inox impiegati per lavaggi industriali di precisione, per processi di automazione, per il lavaggio e la sterilizzazione di strumenti e protesi medicali e nel settore alimentare grigliati e cestelli per macchine da caffé, forni e impianti da cucina professionali. Inoltre produciamo da sempre sedie e tavoli per scuole, uffici, sale multiuso e cliniche».
Come vi siete divisi i compiti?
«Io e le mie due sorelle Elisa e Cristina siamo tutti attivi nel Cda - che abbiamo la fortuna di condividere tutt’ora con la 2a e la 3a generazione. A me è stato affidato il ruolo di presidente del CdA riprendendolo da nostro nonno (ora presidente onorario), mentre Cristina si occupa dell’ufficio acquisti. Elisa invece è professoressa di italiano in Svizzera francese e quindi non operativa in azienda».
Come siete arrivati a questo accordo?
«Nell’ambito delle successioni c’è il lato proprio familiare, ed è una questione di quanto se ne parla o di quanto è un tema tabù. Quindi se è più facile parlarne sarà più facile avere le cose in chiaro. Penso però che più la famiglia si allarga e più aumenta la complessità di gestire tutto senza regole scritte. In questo caso alcuni strumenti possono diventare molto utili per accordarsi prima su come si affronterà il futuro. Non so in Ticino quanti lo facciano, ma ci sono delle realtà molto organizzate, che definiscono prima i criteri per stabilire se una persona è un buon candidato per riprendere l’azienda o meno. Infatti il semplice essere membro della famiglia non dà garanzie sulla riuscita dell’operazione. Così come l’entrata in azienda deve essere una scelta e non un imposizione. L’importante è comunque che chi vuole entrare abbia le capacità che servono all’azienda».
Voi avete applicato questi criteri?
«Noi siamo arrivati in maniera un po’ meno strutturata a questa operazione, e alcune questioni relative alla successione le stiamo portando avanti tutt’ora. Ma ogni azienda, come ogni famiglia, è unica e deve trovare la sua soluzione. Mi sembra che ora in Ticino ci sia molta più sensibilità sull’argomento e penso che questo sia solo positivo e aiuti a preservare il futuro delle aziende di famiglia in Ticino».