Neonazisti (anche svizzeri) nel Varesotto: il raduno provoca un terremoto politico

Non è certo passato inosservato il raduno «segreto» di neonazisti, nel Varesotto, organizzato lo scorso 15 novembre anche grazie ad alcuni esponenti svizzeri degli Hammerskins, confraternita di estrema destra fondata nel 1986 da suprematisti bianchi a Dallas, in Texas. Di più, il caso ha avuto (pesanti) conseguenze sul piano politico, come riferiscono sia la Prealpina sia VareseNews. Secondo le ricostruzioni di EXIF, piattaforma investigativa tedesca antifascista, i neonazisti si sarebbero ritrovati all'interno della tensostruttura del Cerello, uno spazio abitualmente gestito e riconducibile alla Pro Loco di Lonate Pozzolo.
E proprio una consigliera della Pro Loco, Melissa Derisi, via social ha annunciato le sue dimissioni: «Con la presente rendo pubblica la mia decisione di dimettermi dal Consiglio Direttivo della Pro Loco di Lonate Pozzolo – scrive –. Questa scelta nasce da un fatto di estrema e inaccettabile gravità: il raduno neonazista che si è svolto presso la tensostruttura del Cerello, struttura gestita dalla Pro Loco. Di tale evento sono venuta a conoscenza non attraverso comunicazioni interne, ma dai social e dalla stampa, tramite notizie apparse sul Corriere del Ticino, corredate da immagini fotografiche inequivocabili». E ancora: «Ritengo questo episodio totalmente incompatibile con qualsiasi forma di impegno civico, culturale e associativo – prosegue –. La concessione di uno spazio pubblico o associativo a gruppi che si richiamano apertamente a ideologie neonaziste rappresenta un fatto gravissimo, che offende la memoria storica, i valori democratici e il senso stesso di comunità. Ancora più preoccupante è il fatto che il Consiglio direttivo non fosse stato informato dell’evento, a dimostrazione di una gestione che ha escluso il confronto e la responsabilità collettiva su una decisione dalle evidenti implicazioni etiche, civili e reputazionali».
«Affittare una struttura – conclude l’ormai ex consigliera – senza informarsi adeguatamente su chi la utilizzerà e per quali finalità non può essere considerato una semplice leggerezza: è una mancanza grave di responsabilità, soprattutto quando si opera in nome e per conto di un’intera comunità. Di fronte a un episodio di tale portata, non è possibile né accettabile minimizzare. La Pro Loco, per sua natura, dovrebbe essere un luogo di aggregazione, inclusione, promozione culturale e rispetto dei valori fondanti della convivenza civile. Quando questi valori vengono traditi, viene meno anche il senso della partecipazione personale. Per queste ragioni, profondamente convinta che non possa esistere alcuna ambiguità su temi di questo genere, ho ritenuto doveroso rassegnare le mie dimissioni. Lo faccio per coerenza con i miei valori personali, civili e democratici, e per rispetto verso la comunità, che merita trasparenza, responsabilità e una netta presa di distanza da qualunque forma di estremismo e odio».
Anche Nadia Rosa, ex sindaca di Lonate Pozzolo e oggi consigliera comunale di minoranza, capogruppo di Uniti e Liberi, ha preso posizione in merito a quanto accaduto. Sempre via social: «Indignata. Un raduno di 500 neonazisti nel mese di novembre si è svolto a Lonate Pozzolo. L'occasione era il 30esimo anniversario della sezione italiana degli Hammerskins, una delle formazioni più violente e filonaziste dell'estrema destra mondiale. Trovo insultante che 500 neonazi da tutta Europa si siano radunati, trovando ospitalità a Lonate Pozzolo nella tensostruttura del Cerello, come si vede chiaramente nell'immagine tratta dal sito exif-recherche.org (piattaforma di ricerca indipendente e antifascista che si occupa della scena di destra e neonazista). Razzismo, omofobia, antisemitismo, suprematismo bianco non devono trovare cittadinanza nel mondo, e tanto meno nella tensostruttura della Pro Loco di Lonate Pozzolo».
