Morbio Inferiore

«Nessun abuso su quel terreno, attività tollerata per decenni»

Secondo le autorità, una ditta avrebbe utilizzato abusivamente un terreno situato nel Parco delle Gole della Breggia – L’impresa di costruzioni si difende, anche in tribunale: «Possiamo rivendicare un diritto acquisito»
L’area al centro della vertenza.
Stefano Lippmann
25.05.2022 06:00

A guardarlo con gli occhi delle autorità – il Comune di Morbio Inferiore e il Consiglio di Stato – nel Parco delle Gole della Breggia l’intervento si è reso necessario per «impedire l’utilizzo abusivo» del comparto. Per la ditta di costruzioni che da diversi decenni in quell’area tiene un deposito di attrezzature, non si ravvede alcun abuso.

Sono evidentemente agli opposti le posizioni delle parti in causa nel merito di una vertenza che si trascina da tempo. Oggetto del contenzioso: l’utilizzo di un’area all’interno del Parco da parte della ditta di costruzioni. Recentemente il Consiglio di Stato, nel rispondere a un’interrogazione della deputata in Gran Consiglio Simona Arigoni Zürcher, aveva spiegato che era in corso una vertenza legale (vedi Corriere del Ticino del 23 aprile scorso). Nel 2017 il Comune di Morbio Inferiore – su richiesta del Dipartimento del territorio – aveva ordinato lo sgombero di veicoli, macchinari e materiali dal comparto in oggetto con conseguente richiesta di inoltrare una domanda di costruzione a posteriori per il ripristino dell’area. Decisione impugnata dai titolari della ditta al Consiglio di Stato – che ha respinto il ricorso – e poi, successivamente al Tribunale Amministrativo cantonale (TRAM).

Situazioni acquisite

Quest’ultimo aveva parzialmente accolto il ricorso, annullando gli ordini di immediata cessazione di ogni attività e di ripristino dei luoghi, rilevando che «…l’attività in rassegna, perfettamente conosciuta dalle autorità comunali e cantonali, è stata resa possibile da alcune autorizzazioni/decisioni ed è stata passivamente tollerata per oltre quarant’anni. Non è quindi d’acchito escluso che i ricorrenti possano (almeno in parte) invocare la tutela delle situazioni acquisite».

L’iter per una licenza edilizia in sanatoria ha invece continuato il suo corso e, dopo la non concessione dell’autorizzazione da parte del Municipio, il legale della ditta ha nuovamente inoltrato ricorso. Come detto, se per le autorità politiche è stato ravvisato un utilizzo abusivo del comparto, per i titolari dell’azienda così non è stato. «Per ben oltre quarant’anni la situazione è stata tollerata – ci spiega Paolo Sauvain, il legale che patrocina la ditta –. Secondo il nostro punto di vista, che si basa sul principio della buona fede, se lo Stato – che ha peraltro anche rilasciato delle autorizzazioni connesse all’uso del sedime – ha accettato per diverso tempo questa situazione si può rivendicare un diritto acquisito. In questo senso ritengo che parlare di abusi sia fuori luogo». Si attende, ora, che il servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato si esprima: «Aspettiamo con rispetto la sentenza – commenta Sauvain –, nel caso fosse negativa valuteremo se impugnarla al TRAM. Anche perché – ribadisce – non ritengo ci siano degli abusi».