Nessun caso di mobbing o molestie alla RSI

Né molestie sessuali, verbali o fisiche, né tantomeno situazioni di mobbing o bossing. Sono, tuttavia, stati documentati 5 casi di violazione della personalità in RSI. È quanto emerge dalla conferenza stampa convocata dal direttore dell’emittente Mario Timbal, cui hanno partecipato anche l’avvocata Nora Jardini Croci Torti, incaricata della gestione delle segnalazioni, e l’avvocata Raffaella Martinelli Peter, coordinatrice del pool che ha condotto le inchieste. I 5 casi sono legati a conflitti sul lavoro, lesioni della personalità di collaboratrici e collaboratori «di grado da lieve a medio» e per le quali i responsabili saranno sanzionati. Detto ciò, non sono stati riscontrati comportamenti tali da giustificare il licenziamento.
«Tutti avremmo sperato che i risultati arrivassero prima» ha esordito Timbal. «Ma prima di tutto, era importante che queste inchieste fossero solide, indipendenti e soprattutto senza nessuna limitazione di tempo». Per il direttore questi risultati «non sono un punto di arrivo», ma una base su cui costruire. «A breve avremo strumenti adatti per una cultura aziendale sana». Tre i pilastri: trasparenza, assunzione di responsabilità e tolleranza zero.
«Le segnalazioni che mi sono pervenute sono state complessivamente 39» ha spiegato dal canto suo Jardini Croci Torti. Di queste segnalazioni, 22 riguardano dipendenti attuali, 16 ex dipendenti mentre una segnalazione riguarda una persona esterna che voleva segnalare un fatto. «I colloqui si sono svolti nel periodo da gennaio a luglio 2021, in sedute di due o tre ore personali, anche su più sedute. Per ogni segnalazione è stato stilato un verbale. Assieme abbiamo deciso se aprire o meno un’inchiesta formale. La decisione non è stata presa immediatamente. La maggior parte dei collaboratori e degli ex collaboratori si è detta molto soddisfatta di questo spazio di ascolto. Per alcuni, già il fatto di poter raccontare quanto vissuto è stato sufficiente per elaborare i fatti: perciò hanno deciso di non andare oltre. Trovo positivo che lo spazio sia stato concesso anche agli ex dipendenti. E che per tutti non ci sia stata nessuna distinzione né limite di incontri».
Le segnalazioni sfociate nella fase B, curata da Martinelli Peter, sono 18. Tre di queste riguardano ex dipendenti RSI. «È stato un lavoro molto intenso» ha ribadito Martinelli Peter. «Il mandato ricevuto comprendeva una richiesta di conduzione di inchieste interne, su casi per i quali si era ritenuta necessaria un’inchiesta formale. Abbiamo trattato come detto 18 inchieste interne, di queste in 5 casi abbiamo riscontrato una violazione della personalità. Casi che vanno da una violazione lieve a media».
Tutte le parti hanno potuto visionare e controllare gli atti raccolti, con la possibilità di replicare o fare conclusioni rispetto all’istruttoria, cioè a ciò che è emerso da documenti e testimonianze raccolte. «Il concetto di violazione della personalità era un punto per noi importante» ha proseguito l’avvocata.
«Stabilire quando vi è una violazione della personalità non è una scienza esatta» le parole di Martinelli Peter. «Il Tribunale federale valuta questo secondo delle condizioni molto precise, ma noi siamo andati oltre». Quanto alla gravità della violazione, «ci siamo basati non solo sulla colpa della persona che ha commesso la violazione, ma anche il tipo di violazione e l’impatto soggettivo sulla persona che l’ha subito».
900 ore di lavoro, 129 fra collaboratrici e collaboratori della RSI (ma anche ex dipendenti) chiamati a testimoniare, 602 pagine di rapporti per scandagliare 20 anni di attività di un’azienda con più di mille dipendenti. Questo, in estrema sintesi, il succo di mesi e mesi di lavoro. «Mi sento di poter dire, senza dubbi, che la volontà di andare in profondità è stata pienamente rispettata» ha aggiunto il direttore Timbal. «Un anno fa ero stato nominato come successore di Maurizio Canetta mentre il “caso molestie” rimbalzava da RTS alla RSI. Si lanciavano accuse di “cultura dello stupro”, omertà, paura di parlare. Oggi non mettiamo la parola fine, si tratta della tappa di un percorso, il lavoro per costruire una cultura che non permetta più questo disagio è ancora lungo. Ma oggi possiamo dirci sollevati. Non c’è stato nessun caso di molestie sessuali o mobbing alla RSI».
La reazione della CORSI
«Il Comitato del Consiglio regionale della CORSI (CCR) ha preso atto delle comunicazioni relative all’esito delle inchieste indipendenti sulle segnalazioni concernenti presunte violazioni della personalità e molestie alla RSI, presentate oggi in conferenza stampa e comunicate al personale dell’azienda» si legge in una nota diffusa ai media. E ancora: «Il CCR fin dall’inizio della vicenda che ha interessato la SSR e le sue unità aziendali romanda (RTS) e svizzero italiana (RSI) aveva auspicato l’avvio di inchieste indipendenti volte ad appurare non soltanto i casi segnalati ma anche, più in generale, la cultura aziendale in rapporto al rispetto delle persone. Oggi ritiene che siano date le premesse per un’azione rigorosa e coerente volta a ristabilire un clima di fiducia fra l’azienda e i suoi collaboratori. Il benessere delle collaboratrici e dei collaboratori RSI e un sano clima sul posto di lavoro sono da sempre al centro delle attenzioni del CCR, che intende ora seguire con attenzione l’applicazione delle indicazioni emerse dal complesso delle inchieste. In questo senso assicura già sin d’ora il proprio sostegno all’operato del direttore regionale Mario Timbal, che dalla sua entrata in funzione ha dimostrato di operare con la necessaria fermezza».