La reazione

«Niente risposte piccate, è il momento di costruire»

Dopo il botta e risposta tra il Governo e l’Associazione ticinese istituti sociali sulle misure della manovra di rientro, il presidente Mauro Mini invita alla calma: «Sì, è mancato un po’ di dialogo, ma ora è importante recuperarlo» – «L’incontro con la Gestione è stato costruttivo»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
06.12.2023 17:00

Si smorzano i toni, o perlomeno si prova a farlo, nel botta e risposta (indiretto) tra l’Associazione ticinese delle istituzioni sociali (ATIS) e il Consiglio di Stato. Nello scambio di lettere (entrambe indirizzate alla Commissione della gestione e inviate «in copia» anche al Governo) i toni tra le parti sullo spinoso tema della manovra di rientro si erano infatti accesi.

Da una lettera all’altra

Nella prima missiva dell’ATIS si parlava di tagli «inaccettabili e altamente pericolosi», di richieste «illegali, inique e sproporzionate»; nella riposta del Governo le accuse di «illegalità» venivano a loro volta definite «inaccettabili».

Ora, proprio oggil’ATIS è stata audizionata dalla Commissione della gestione. Un incontro definito dal presidente dell’associazione Mauro Mini, da noi contattato per una reazione, «un momento positivo e costruttivo per entrambe le parti». E la lettera di risposta del Governo? «Noi non l’abbiamo ancora ricevuta», risponde Mini. «Ma non voglio fare polemica – aggiunge subito l’ex giudice del Tribunale d’appello –. Siamo stati ascoltati dalla Commissione e siamo contenti dell’attenzione che ci ha riservato. È stato un momento costruttivo. E con la stessa attitudine vogliamo portare avanti i rapporti pure con il Consiglio di Stato».

Insomma, nelle parole di Mini c’è tutta la volontà di ricucire i rapporti. Anche sulle accuse di illegalità definite «inaccettabili» dall’Esecutivo, l’ex giudice smussa: «Sono un giurista e a fronte di certe proposte non posso non reagire. Ma non è il momento di risposte piccate, bensì di costruire». Anche perché, aggiunge Mini, «c’è sempre stato un buon rapporto tra gli istituti sociali e lo Stato». Si tratta dunque «di portare avanti quel buon rapporto e di parlarsi». Già, perché secondo il presidente dell’ATIS, se qualcosa è mancato è stato proprio il dialogo. «Noi, come le case per anziani, l’EOC, i servizi di cure a domicilio e altri enti, siamo stati informati dal Consiglio di Stato sulla prospettata manovra di rientro. Ma si è trattato di un incontro informativo, in cui ci hanno spiegato alcune misure, senza mai parlare di cifre e importi».

Importi che, come noto, sono giudicati sproporzionati dall’ATIS. Nella prima lettera, ad esempio, si ricordavano gli 11 milioni di franchi di risparmio sul settore degli invalidi, «una cifra che rappresenta una riduzione dell’8,4% della spesa per questi centri».

Per Mini, insomma, non c’è stato un vero confronto, un vero dialogo. «La collaborazione con lo Stato, con pregi e qualche difetto, funziona bene da anni. Anche per questo motivo ci ha un po’ sorpreso la proporzione dei tagli nei confronti del nostro settore. E quindi sì, è mancato un po’ di dialogo prima della presentazione della manovra. Ma ora è importate recuperarlo, quel dialogo». Detto diversamente: per il presidente dell’ATIS questo è il momento di cercare delle soluzioni, non di litigare. Anche perché «in fin dei conti noi rispondiamo a dei compiti di interesse pubblico. E delle misure di risparmio, inevitabilmente in qualche modo andrebbero a riflettersi sulla qualità dei servizi». Motivo per cui, tornando all’incontro con la Gestione, la richiesta generale dell’ATIS è stata quella di «ridurre il più possibile l’impatto delle misure, che noi giudichiamo sproporzionato per il nostro settore».

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