«Non ho alcun rimpianto, ma avrò tanta nostalgia»

«Me ne vado dalla politica in un momento in cui, in realtà, mi piace molto. Però, appunto, arriva qualcos’altro e bisogna scegliere. Non avrò rimpianti ma avrò tanta nostalgia». I Verdi del Ticino – come pure la sezione di Lugano – perdono uno dei loro cavalli di razza. Il 46.enne Nicola Schoenenberger – capogruppo in Gran Consiglio, co-coordinatore a livello cantonale e consigliere comunale della Città – ieri ha rassegnato le proprie dimissioni dalle cariche. E lo ha fatto perché presto la sua vita cambierà. «È un onore e allo stesso tempo sono agitato», ci confida. Già, all’orizzonte c’è infatti un incarico importante: è stato nominato direttore del prestigioso Giardino botanico di Ginevra. «La mia passione professionale è la botanica. Ho studiato biologia, ho sempre avuto un amore particolare per i giardini botanici» ci racconta. Quando è stato pubblicato il concorso «non stavo cercando lavoro, però conoscevo l’istituto a Ginevra e alcuni amici ginevrini mi hanno detto che avevo il profilo giusto». A conti fatti è stato proprio così e il primo giugno entrerà in servizio.
Raddoppio mancato
Tra le «conseguenze», come detto, v’è quella dell’abbandono della politica cantonale e locale. Schoeneberger ci rinuncia a cuor leggero? «Sì – risponde senza esitazioni – perché l’opportunità professionale è davvero bella. È il coronamento di una carriera». Opportunità del genere in Ticino, non nasconde il nostro interlocutore, «sono minime». La politica, che rimane pur sempre «una grande passione», dovrà essere accantonata. In Città – Nicola Schoenenberger è consigliere comunale dal 2014 – non sono di certo mancati gli attestati di stima nei suoi confronti. E nel 2020, prima che le elezioni comunali fossero posticipate, l’area rosso-verde avrebbe forse pure potuto raddoppiare la propria presenza nell’Esecutivo, proprio grazie alla candidatura di Schoenenberger. «Sì, questo era lo scenario – ammette – e la «fame» c’era». Poi, però, il posticipo delle elezioni ha di fatto modificato le carte in tavola: «La pandemia, la discesa in campo di Filippo Lombardi (PPD, poi eletto in Municipio, ndr) hanno modificato un po’ le costellazioni. E ho quindi compreso che le chances erano minori».
Il PSE, l’ex Macello, l’aeroporto
In questi 8 anni di attività politica locale non sono di certo mancate le «lotte». L’ultima, in ordine di tempo, è stata quella in merito al Polo Sportivo e degli eventi. Ma Schoenenberger – e i Verdi – sono anche stati tra i primi a chiedere che venisse fatta chiarezza sui fatti all’ex Macello del maggio scorso. E poi, l’annosa questione riguardante l’aeroporto. «Tutto ciò - racconta - mi mancherà. Mi sono sempre divertito a fare politica. Anche il lavoro nelle commissioni, con le amministrazioni e con i media. Ho sempre tentato di essere il più onesto possibile». I Verdi a Lugano, analizza, «sono una forza di opposizione. Ci vuole coraggio, perché ti fai tanti avversari e nemici, tanta gente si arrabbia con te». Però, d’altro canto, «ho visto che attraverso quest’attività, alcune sensibilità sono cresciute. È forse quello l’obiettivo raggiunto che mi rende più felice». Sensibilità quali, ad esempio, la gestione del verde pubblico: «È migliorato nettamente e sono contento d’aver contribuito a questo dibattito». Lo stesso vale per la questione dei beni culturali e la maggiore protezione del costruito storico. «Siamo riusciti a far cambiare le percezioni anche all’interno delle istituzioni».
Da tre a cinque
Con le valigie metaforicamente pronte non possiamo non chiedergli come veda oggi il partito. È in buona salute?
«Sì. Quando sono entrato in Consiglio comunale a Lugano eravamo in tre. Oggi siamo in 5. Ci sono giovani consiglieri bravi e competenti e sono piuttosto fiducioso anche per il futuro». Stesso discorso, ci fa capire, anche a livello cantonale: «Ci sono le competenze e ci sono le persone che hanno voglia di fare. Sono capaci, ed è un aspetto importante. E sanno lavorare come una squadra».