Note spese troppo alte, il giudice usa l'accetta

Condannando i rapinatori di Agno, Marco Villa ha criticato i rimborsi chiesti dai difensori d’ufficio - La replica: "Quelle ore le abbiamo fatte"
il giudice Marco Villa in un'immagine d'archivio
Giuliano Gasperi
05.05.2017 17:58

LUGANO - «Sono un sacco di soldi» ha scandito a un certo punto il giudice Marco Villa. Non parlava del denaro sottratto a un portavalori ad Agno dai quattro rapinatori condannati ieri, bensì delle note spese presentate dai loro avvocati d'ufficio Andrea Sanna, Didier Lelais, Marco Masoni e Roberto Rulli.

«Complessivamente le richieste ammontavano a 120 mila franchi – ha spiegato Villa – ma la Corte ne ha riconosciute per 79 mila franchi, che sono comunque tanti, da qualunque parte li si guardino». In pratica, decidendo in che misura lo Stato doveva rimborsare i legali, visto che gli imputati erano praticamente nullatenenti, il giudice ha ritenuto giustificato un numero di ore di lavoro molto minore rispetto a quello dichiarato dai diretti interessati. Per fare qualche esempio, il tempo di preparazione del processo calcolato da uno degli avvocati è stato ridotto da 32 a 10 ore, così come le durate di diversi colloqui, mentre alcune attività sono state stralciate, come nel caso di alcuni incontri con i propri assistiti a pochi giorni di distanza uno dall'altro. I professionisti coinvolti – che hanno facoltà di ricorrere – all'uscita hanno sostanzialmente replicato di aver lavorato per tutte le ore da loro conteggiate.

Diciamo che si sono trovati in aula nel giorno sbagliato, perché i destinatari del messaggio di Villa erano altri: «L'intenzione non è quella di svilire il lavoro dei legali – ha commentato il giudice – ma in un periodo di crisi come questo e con un numero sempre maggiore di processi con più di un imputato, questa Corte vuole sensibilizzare la politica sulla necessità di studiare nuove forme di retribuzione». Attualmente per le difese d'ufficio vige una tariffa fissa di 180 franchi orari: meno di quanto gli avvocati fatturano con i clienti propri. «Se vogliamo avere una giustizia rapida ed efficace – ha aggiunto Villa toccando il punto chiave della questione – occorre riportare gli onorari su livelli accettabili e usare i soldi risparmiati per aiutare gli uffici giudiziari in reale sofferenza», cioè sottodimensionati.

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