Novazzano rinuncia al progetto Garbinasca

Per il momento il Municipio di Novazzano ha detto stop al progetto Garbinasca. Nell’ambito della discussione sul Piano delle opere 2022-2026 l’Esecutivo ha deciso di posticipare il programma, ritenendo come «in questo momento non ci siano i necessari presupposti per portare avanti un simile investimento». Lo si legge nero su bianco nel messaggio relativo al Preventivo 2022 del Comune.
Un investimento importante
Come forse qualcuno ricorderà nel 2019 il Municipio aveva espresso l’intenzione di avviare uno studio per il restyling di tutto il comparto Garbinasca dove le strutture sportive e annesse sentono ormai il peso degli anni. Il masterplan avrebbe dovuto fare in modo di realizzare un nuovo campo da calcio regolamentare, uno per l’allenamento, nuovi spogliatoi, una nuova sala polivalente e posteggi sotterranei. Il tutto con un investimento stimato in un svariati milioni.
Non si tratta comunque dell’abbandono totale del progetto. Sarebbe forse più corretto parlare di rinvio, anche se oggi come oggi è difficile prevedere quando si potrà tornare a parlare concretamente di questo importante piano. A far esitare l’Esecutivo è stato come detto in primis il costo per sistemare l’intero comparto, con tanto di spostamento di una strada.
I partiti hanno capito
Di questa battuta d’arresto il Municipio ha già informato i capigruppo dei partiti nel Consiglio comunale coinvolti nella discussione sul comparto. E sembrerebbe che il confronto sia stato positivo, con gli interpellati che hanno capito le intenzioni dell’Esecutivo. «Eventuali suggestioni verranno analizzate nei prossimi mesi» si legge nel testo del Preventivo 2022.
Si rifanno gli spogliatoi
Non di meno, le autorità novazzanesi sono ben coscienti che, per continuare a garantire la pratica del calcio, gli attuali spogliatoi devono essere sostituiti. La struttura, costruita nel 1992 con un investimento di 260.000 franchi, «ha da tempo superato la durata di vita prevista. Gli spogliatoi e le docce non rispettano ormai più gli standard minimi dal profilo igienico sanitario e gli interventi annuali di manutenzione sono sempre più onerosi». È quindi prevista la demolizione del prefabbricato e una costruzione ex novo.
Nessuno la vuole
Stavolta nel documento prospettico riferito all’anno successivo non viene riportato l’utile dell’auspicata vendita di Casa Albisetti nella frazione di Brusata (in passato figurava un’entrata di 1 milione). Questo è stato voluto perché «la trattativa con l’acquirente interessato non si è chiusa nei tempi stabiliti dal Municipio. L’Esecutivo sta ora valutando altre opzioni».
Del desiderio delle autorità comunali di vendere Casa Albisetti si parla ormai da anni. Era il 1988 quando morì Marta Albisetti di Montagnola che designò il Comune (oggi Collina d’Oro) quale erede universale. La signora possedeva però anche la proprietà di Novazzano che lasciò al Comune a condizione che fosse destinata a un utilizzo pubblico. Negli anni si tentò di ottemperare ai desideri della defunta ma senza successo nonostante perizie, studi e offerte a enti pubblici o parapubblici. Intanto, l’edificio si degradava sempre più. Così il Municipio di Novazzano non ha visto soluzioni se non quella di vendere a privati. Per procedere serviva però il benestare del Comune di Collina d’Oro, così da eliminare la clausola testamentaria vincolante l’edificio a un utilizzo pubblico. Così fu e addirittura nel 2012 si decise di metterlo all’asta (base 2,2 milioni) senza successo. Ora siamo nel 2021 e Casa Albisetti è ancora lì.