Numeri da capogiro per Lugano Marittima

«Ci vediamo a Luma?». Alzi la mano chi non se l’è sentito chiedere almeno una volta nelle sere dell’estate luganese che sta volgendo al termine. Sì, perché al villaggio di Lugano Marittima alla foce del Cassarate è bastata un’estate per guadagnarsi un acronimo – Luma, appunto – e un posto nel cuore dei ticinesi. A testimoniarlo sono i numeri: a giugno e luglio – afferma la Città – la media dei frequentatori giornalieri ha raggiunto le 2.000 persone, con un totale di circa 160 mila presenze nei tre mesi complessivi di apertura (200 mila in totale contando anche i frequentatori di Baia Manzoni, il villaggetto in centro). «Un successo incredibile», commenta il capodicastero Cultura, sport ed eventi della Città Roberto Badaracco. Successo che fa sì che l’anno prossimo l’esperienza sarà «certamente riproposta», dice. La formula sarà la stessa («ha funzionato così bene che non vediamo che cosa potremmo cambiare»), con alcuni accorgimenti logistici. Come le toilette, che hanno suscitato qualche critica («I bagni? Pochi e sporchi» la lamentela che andava per la maggiore). La questione della sicurezza è invece stata affrontata già quest’anno con l’assunzione di bagnini e di agenti di sicurezza. Una decisione che, a fine luglio, ha portato la Città a triplicare retroattivamente gli affitti agli esercenti delle casette (da 100/120 franchi al giorno a 380) proprio per supportare i maggiori costi. Aumento che non è piaciuto a tutti. «Le regole sono cambiate strada facendo – commenta un esercente – e questo ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Anche perché il rischio imprenditoriale è nostro ed è legato al meteo, lo abbiamo visto con l’affluenza di agosto. Se lo rifarei? Sì, ma con un quadro di regole chiaro e trasparente fin dall’inizio», conclude.

I costi per la sicurezza hanno inciso però molto anche sulla Città che, ci dice Badaracco, si assume costi per «alcune decine di migliaia di franchi». Costi almeno in parte compensati (le cifre non sono ancora disponibili) dalle maggiori entrate dell’autosilo Campo Marzio, di proprietà della Città, che per tre mesi ha registrato il «tutto esaurito». Se alcuni esercenti del centro città si sono lamentati della concorrenza dei gradoni di marmo alla foce, anche al Mojito non è andata benissimo. «Quello che ha perso il Mojito – spiega Badaracco – è stato incassato a Lugano Marittima». «È andato tutto bene, è un bel progetto», racconta un altro esercente di una casetta. «Tranne la gestione dei bicchieri con la cauzione e il lavaggio, che è stato organizzato male». Particolare cura è stata infatti riservata all’impatto ambientale: tra Lugano Marittima e Baia Manzoni sono stati conteggiati 255.000 lavaggi di bicchieri riutilizzabili per un totale di due tonnellate di plastica che non è non finita nell’immondizia. Un team di venti giovani è stato inoltre impiegato a rotazione per ripulire le due aree.
