Referendum

Nuove scuole e terreno ai privati, un altro momento storico per Cevio

Faccia a faccia tra la sindaca Moira Medici e l'oppositore Marco Bonetti in vista della votazione del 27 novembre
La piazza del Pretorio a Cevio. ©CdT/Chiara Zocchetti

Il prossimo 27 novembre potrebbe essere un’altra data storica per Cevio. Il «rivoluzionario» Municipio uscito dalle elezioni del 2021, con alla testa la debuttante sindaca Moira Medici, si dovrà confrontare con i due referendum lanciati e riusciti contro la realizzazione delle nuove scuole comunali a Bignasco da parte del Patriziato, e la vendita ad un gruppo immobiliare di un terreno comunale. Al riguardo dei due oggetti sui quali si esprimeranno gli oltre 860 iscritti al catalogo elettorale, abbiamo proposto sei domande alla sindaca Moira Medici e al principale oppositore, l’ex postino Marco Bonetti.

Le sei domande

1 È giusto che sia un Patriziato a costruire una scuola per il Comune?

2 Quali alternative ci sono qualora la convenzione dovesse essere bocciata nella votazione referendaria?

3 L’ipotesi della nuova sede a Cavergno è percorribile? Sì, no, perché?

4 Non c’è il rischio che la situazione di impasse perduri ancora per parecchio tempo lasciando allievi e maestri in una situazione logistica precaria?

5 Veniamo alla vendita del terreno per la realizzazione di un progetto edilizio privato. Non sarebbe preferibile che sia direttamente il Comune a farsi promotore della costruzione di alloggi, magari a pigione moderata, per attrarre nuovi abitanti?

6 Nel Comune di Cevio vi sono già parecchi case e appartamenti sfitti: quali strumenti si potrebbero utilizzare per promuoverne l’occupazione

Le sei risposte

1

Moira Medici: «Di sicuro non è sbagliato, non esiste infatti nessuna legge che lo vieti. Il progetto promosso dal Patriziato nasce dalle difficoltà del Comune di rispondere a questa esigenza, si tratta perciò di una collaborazione moderna fra entri pubblici a favore della collettività. Inoltre ai sensi della convenzione il Comune può riscattare in ogni momento e senza condizioni la scuola».

Marco Bonetti: «Anni fa i patriziati mettevano a disposizione i propri palazzi per inserire anche aule scolastiche. Il Patriziato era l’unico ad essere in grado finanziariamente di mettere in opera delle costruzioni. Al giorno d’oggi la situazione è nettamente cambiata. I comuni costruiscono per loro i palazzi e le infrastrutture comunali come pure le scuole elementari. Possono finanziarsi avvalendosi delle imposte comunali ed altre ricchezze. I patriziati non hanno di queste entrate e i loro fini sono altri. Per me non è il Patriziato che deve fornire una scuola al Comune quando, il Comune stesso, ha asserito di avere la possibilità finanziaria di edificare in proprio con costi non maggiori. Così facendo i cittadini diverranno proprietari dell’immobile e, in pochi anni, i costi saranno pari a zero. Invece, in affitto al Patriziato, i costi rimarranno sempre uguali o superiori a dipendenza del mercato delle ipoteche».

2

Moira Medici: «Nessuna! Lo testimonia la decisione del Consiglio comunale dello scorso mese di giugno».

Marco Bonetti: «La convenzione tra Comune e Patriziato va a favore solamente del Patriziato. Infatti il Comune è garante verso l’istituto di credito. La possibilità di riscatto da parte del Comune, in ogni momento, va a puro interesse del Patriziato. E il Comune, se volesse ritirare il debito, dovrebbe pure comperare il terreno del Patriziato per un costo attuale di 400.000 franchi. L’alternativa alla convenzione sarebbe la costruzione della nuova scuola a Cavergno su un sedime già di proprietà del Comune e considerato adatto da sempre. Ma allora perché il comune dovrebbe acquistare un nuovo terreno quando ne possiede già uno perfetto allo scopo?».

3

Moira Medici: «Sarebbe indispensabile attivare una procedura di modifica del Piano regolatore vigente, sottraendo un fondo dalla sua attuale destinazione pubblica, ossia parcheggio a disposizione degli utenti della sala multiuso (sovente occupata per riunioni ed eventi) e della chiesa parrocchiale (la più grande della Vallemaggia). Quindi, è improponibile risolvere un problema di interesse pubblico, creandone un altro. Il Comune dovrebbe inoltre acquistare ancora almeno un fondo».

Marco Bonetti: «Il Comune è proprietario a Cavergno di una particella adatta alla costruzione della nuova scuola. I requisiti sono ottimi: rivolta verso la campagna, inserita nella natura, via dal traffico, accessibile a piedi ed in bicicletta, ubicata in luogo sicuro per i bambini lontano da strade trafficate e dal pericolo, a due passi dalla rinnovata palestra comunale, vicino alla sala multiuso, parco giochi, tecabilù (biblioteca comunale, cantuccio bimbi, ecc…) e all’asilo. La scuola che verrà edificata a Cavergno sarà studiata nei minimi particolari, sorgerà su suolo pubblico e si inserirà in un comparto già dedicato all’istruzione».

4

Moira Medici: «Assolutamente sì! Non dimentichiamo che è da più di 20 anni che si cerca una soluzione a questo problema. È ora di risolverlo, votando Sì!».

Marco Bonetti: «Il progetto del Patriziato non è pronto a partire come viene asserito, difatti non esiste. Se la popolazione non accetterà la convenzione col Patriziato, il comitato referendario chiederà al Municipio di attivarsi immediatamente affinché non sia perso altro tempo. Il comitato è comunque pronto, se dovessero verificarsi inutili lungaggini, a lanciare un’iniziativa per la costruzione della scuola in tempi brevi a Cavergno».

5

Moira Medici: «Il Comune di Cevio non è finanziariamente in grado di farsi promotore di un progetto di questa portata (parliamo di circa 8 milioni di investimento privato sul nostro territorio), quindi, ma non solo per questo motivo, il Municipio e la maggioranza del Consiglio comunale hanno deciso di affidarsi a dei professionisti del campo. Il Municipio ha trovato un solido acquirente che fornisce ampie garanzie ed è pronto ad impegnarsi ad edificare il fondo in soli due anni, evitando di esporci al pericolo reale di un dezonamento alla luce del sovradimensionamento delle zone edificabili in Ticino. Ogni Comune del nostro Cantone è sempre meno autonomo nelle decisioni in materia di pianificazione del territorio. Autorità cantonale, leggi federali e sentenze di Tribunali hanno praticamente frustrato ogni iniziativa dei Comuni, soprattutto se piccoli e periferici. Dove possiamo realizzare qualcosa, non perdiamo l’occasione di farlo».

Marco Bonetti: «Il rappresentante del referendum sul terreno è Michele Del Ponte che come da accordo mi chiede di rispondere anche su questo oggetto. Il Comune non deve operare come un’immobiliare ma potrebbe particellare il terreno e metterlo in vendita ad un prezzo accessibile mettendo però delle condizioni chiare: ad esempio case primarie, minimo di permanenza nel Comune. In questo caso sarebbe l’acquirente a costruire in proprio. Vendendo il terreno ad un’immobiliare, ad un costo al di sotto del valore di mercato, lo scopo primario viene a cadere ed è solo una speculazione a favore del compratore. Inoltre l’introito per la vendita del terreno non porta alcun beneficio alla situazione finanziaria del comune».

6

Moira Medici: «Voglio dapprima sottolineare che gli alloggi sfitti di cui si parla sono per la maggior parte edifici vetusti, privi di impianti tecnici e situati nei nuclei, costruzioni e condizioni che non corrispondono alle esigenze di giovani famiglie con bambini. Alcuni di questi risultano inoltre essere appartamenti di vacanza o vecchie abitazioni non ancora in vendita. Quindi lo sfitto nel nostro Comune si riduce a molto meno di quanto si vuol far credere. Riteniamo che un ottimo strumento per promuovere l’occupazione sia proprio quello di offrire la possibilità di acquistare una nuova abitazione».

Marco Bonetti: «Attualmente il Comune è già proprietario di appartamenti siti a Cevio e a Cavergno, di cui alcuni sfitti. Per promuovere l’occupazione di questi ultimi si dovrebbe principalmente incentivare l’offerta di lavoro. Difficilmente qualcuno verrà ad abitare a Cevio se poi dovrà sobbarcarsi tanti chilometri per andare a lavorare altrove. La richiesta di immobili da affittare è una conseguenza della possibilità di lavorare e vivere in loco».

Marco Bonetti
Marco Bonetti
Moira Medici
Moira Medici
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