Ticino

«Occorre un giudice in più per la Corte di appello»

Un gruppo di deputati tramite un’iniziativa parlamentare propone di potenziare la CARP, che da tempo sollecita un aumento dell’effettivo – Sabrina Gendotti (Centro): «Si tratta di un investimento necessario per tutta la catena penale»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
13.09.2025 06:00

È ormai da diversi anni che, regolarmente, nel rendiconto della Corte di appello e revisione penale (CARP) inserito nel rapporto allestito dal Consiglio della Magistratura la presidente Giovanna Roggero-Will lancia l’allarme: la necessità di un aumento dell’organico per far fronte all’importante aumento del carico di lavoro. Ora, un gruppo di deputati della Commissione giustizia e diritti – Sabrina Gendotti (Centro), Daria Lepori (PS), Cristina Maderni (PLR), Marco Noi (Verdi) e Roberta Soldati (UDC) – tramite un’iniziativa parlamentare elaborata chiede al Gran Consiglio di finalmente intraprendere questo passo. Ossia, di aumentare con una semplice modifica dell’articolo 63 della Legge sull’organizzazione giudiziaria (LOG) il numero di giudici alla CARP di un’unità, passando così complessivamente da tre a quattro giudici.

Gli incarti che crescono

«Già nel 2023 la giudice Roggero-Will ha richiesto un potenziamento, a cui non ha mai ottenuto risposta. E, lo scorso primo settembre, in un incontro con la Commissione giustizia e diritti, la presidente della CARP è tornata a ribadire tale necessità», spiega la prima proponente dell’iniziativa, la deputata del Centro Sabrina Gendotti. «Abbiamo quindi colto la palla al balzo e deciso di proporre finalmente un potenziamento per la Corte, affinché sia composta da quattro giudici». Un potenziamento necessario, aggiunge Gendotti, a fronte dell’aumento degli incarti. Cifre alla mano, come viene spiegato nel testo dell’iniziativa, «l’unico aumento ottenuto dalla Corte (istituita nel 2011 con l’entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale federale) nel recente passato concerne il numero di cancellieri, che è passato da 4 a 6.5 unità». Ma, appunto, «parallelamente alla sostanziale stabilità delle risorse umane attive nella CARP, dal 2011 al 2025, lungo quindi un periodo di ben 14 anni, il numero degli incarti è passato da circa 140 a circa 350».

Senza dimenticare il fatto che le procedure, con il passare del tempo, sono via via diventate ben più complesse rispetto al passato. In questo contesto, rileva poi Gendotti, un potenziamento della Corte di appello e revisione penale si impone anche per garantire il buon funzionamento di tutta la catena penale. «Non si può aumentare gli effettivi di Polizia e Ministero pubblico, ma non fare altrettanto con le istanze superiori. Altrimenti si crea un collo di bottiglia». Su questo aspetto in particolare anche nel testo dell’iniziativa viene ripreso il recente commento del Consiglio della Magistratura, fatto nel rendiconto 2024: «I potenziamenti effettuati e ancora richiesti di polizia, Ministero pubblico e parte dei tribunali di primo grado, senza un corrispettivo nell’altra parte dei tribunali di primo grado (Pretura penale) e soprattutto in quelli di secondo grado (CARP) non risolvono il problema della lentezza dei procedimenti penali, poiché se il lavoro sempre più cospicuo fatto dalla base si arresta a livello dell’ultimo grado cantonale per mancanza di effettivi, il servizio alla collettività non migliora e la giustizia penale non può essere chiamata tale». Occorre inoltre ricordare, sottolinea Gendotti, «che la CARP ha a che fare con imputati in stato di detenzione. E, dunque, gli incarti vanno trattati con una certa rapidità e priorità». C’è, infine, anche un ultimo motivo per cui il potenziamento della Corte di appello si renderà necessario: proprio alla fine di quest’anno, infatti, due magistrate di lungo corso – la stessa presidente Roggero-Will e la giudice Rosa Item – lasceranno il Tribunale per raggiunti limiti di età e per la pensione.

Al netto di tutto ciò, Gendotti tiene a ribadire che l’attribuzione di un giudice in più alla CARP rappresenta anche un investimento. «La Giustizia è un punto cardine della nostra democrazia e di uno Stato democratico funzionante. E anche una Giustizia lenta crea ‘costi’ per la società. Investire per una Giustizia efficace, dunque, può portare a risparmi». E le finanze del Cantone in difficoltà? «Non penso che un giudice in più rappresenti una spesa impossibile per lo Stato».