Referendum

Oltre 5.000 contro il PSE: «Spreco di soldi pubblici»

Il Movimento per il socialismo ha consegnato alla cancelleria le firme per portare i luganesi al voto sul Polo sportivo e degli eventi – Simona Arigoni: «In molti ritengono questo progetto fuori misura, le conseguenze ricadrebbero su coloro che hanno ben altri bisogni reali»
In Municipio l’incontro prima del possibile futuro scontro. ©CDT/Chiara Zocchetti
Marco Ortelli
31.05.2021 19:20

Cinquemiladieci firme raccolte in 60 giorni a favore del referendum contro il Polo sportivo e degli eventi (PSE). Ne sarebbero bastate 3.000. Oggi alle 14 una delegazione del Movimento per il socialismo (MPS) si è recata alla cancelleria della Città per la consegna ufficiale.

Si è trattato della penultima tappa che potrà portare, se le firme verranno convalidate, a una votazione popolare, voluta dal movimento per un motivo ben preciso, come documentato in febbraio nel dossier in cui venivano motivate le ragioni dell’opposizione al PSE. «L’MPS è la sola forza politica a denunciare con vigore quanto si sta consumando e ad affermare la sua totale opposizione a questo scempio di risorse pubbliche. In gioco c’è molto di più di una licenza per giocare in Super League». E ancora: «Non pensiamo che costituisca un’esagerazione politica affermare che il PSE costituisca la più inutile operazione immobiliare finanziata con soldi pubblici che sia mai stata realizzata in Ticino».

Obiezioni generazionali

Parole forti, confermate in modo pacato davanti al Municipio da Simona Arigoni, esponente del MPS. Si aspettava un risultato sì favorevole della raccolta di firme? «Abbiamo promosso il referendum perché eravamo convinti di poter ottenere una buona rispondenza». «In questi 60 giorni – osserva Arigoni – abbiamo incontrato molte persone, giovani e anziane. Ci siamo resi conto che in realtà sono in molti a ritenere che questo progetto sia fuori misura».

Sproporzionato

Fuori misura per almeno quattro motivi, sostiene il MPS: finanziario, pianificatorio, architettonico e ambientale. Dall’aumento delle spese e dei moltiplicatori d’imposta allo stravolgimento completo di un quartiere, dalla costruzione di due torri agli scavi e al trasporto di materiale, le obiezioni al progetto sono corredate anche da alcune cifre. A proposito di impatto ambientale, spiega Arigoni, «in un momento così critico, di inquinamento, di cambiamenti climatici, abbiamo calcolato che con il cantiere verrebbero effettuati 144.000 viaggi di camion pieni di terra, un numero che a nostro avviso è sintomatico della dismisura del progetto voluto dal Municipio e dal Consiglio comunale».

Sì alle strutture sportive

Ma non solo. Con un affondo da centravanti di sfondamento, Simona Arigoni snocciola altre perplessità sul PSE. Con una puntualizzazione. «Sia chiaro, noi vogliamo che uno stadio nuovo venga realizzato così come una palazzina funzionale per altri sport professionistici e amatoriali. Noi ci opponiamo fermamente a un progetto che prevede la realizzazione di quattro palazzi nuovi di cui Lugano non sente la necessità. Ricordiamo che al momento ci sono 40.000 metri quadri di sfitto solo per quel che riguarda gli uffici, a cui si aggiunge un’altissima percentuale di sfitto anche per gli appartamenti» conclude Simona Arigoni.

Insomma, tra costruzioni orizzontali e verticali, per l’MPS a rischiare di sopportare le conseguenze sarebbero invece i soliti noti. «Ancora una volta, la ricchezza sociale prodotta dalle lavoratrici e dai lavoratori è incanalata in iniziative che non rispondono ai loro interessi fondamentali, ai loro bisogni reali».

Uno sguardo al futuro

Se il risultato favorevole è stato reso possibile anche grazie al sostegno di associazioni che si sono espressamente pronunciate a favore del referendum (Cittadini per il territorio del Luganese, STAN e ATA) ora l’MPS guarda alle mosse future: «Intendiamo avviare una discussione che permetta di costruire uno schieramento il più ampio possibile con l’obiettivo di sviluppare una campagna vincente». Poi si voterà.