Oltre 550 firme a favore della tutela del personale di treno

Sono state consegnate questa mattina a Bellinzona le 556 firme per la petizione per il diritto alla privacy per chi lavora sul treno. «A seguito delle ripetute aggressioni verbali, minacce personali e aggressioni fisiche a chi lavora sui treni FFS - si legge nel comunicato del sindacato Transfair - da parte di viaggiatori scontenti hanno dato motivo di lanciare una petizione per tutelare la privacy del personale di treno». La presidente della sezione transfair - FFS Regione Sud, Tessa Jorio, ha rilevato l’urgenza e la rilevanza di togliere il proprio nome e cognome dalla targhetta identificativa sostituendola con un numero, come già adottato da TILO. Jorio si è quindi fatta promotrice della petizione, volta a tutelare il personale da possibili ritorsioni o quanto meno rendere più arduo rintracciare i collaboratori FFS nella vita privata. Inoltre, con lo sviluppo della tecnologia e dei social, è molto più rapido e facile rintracciare le persone a partire da nome e cognome.
Per questi motivi, i firmatari della petizione chiedono alle FFS di rivedere le direttive sulla privacy di chi svolge le proprio mansioni sul treno a contatto con la clientela sostituendo il nome/cognome (o l’iniziale del nome seguita dal cognome) con il numero identificativo.
La consegna ufficiale delle firme è stata fatta direttamente dalla presidente della sezione transfair FFS Regione Sud a Roberta Cattaneo, direttrice regionale delle FFS, la quale ci ha spiegato che «prossimamente si recherà a Berna per depositare le firme, ma la decisione finale spetta alla sede centrale e non a livello regionale».