Oltre al castello un anfiteatro naturale

Sul dosso di Taverne, cinquecento anni fa c’era un castello. Si sospetta (ma le informazioni sono scarse) che possa essere stato costruito dalla potente famiglia Rusca nel tardo Medioevo e che possa essere stato distrutto – come diversi altri - dai confederati pochi anni dopo la battaglia di Marignano del 1515: forse per segnalare che ora c’era un nuovo padrone, forse per evitare che potesse essere usato come base da una forza nemica per dare l’assalto a Bellinzona. Sia come sia, quel che resta del castello potrebbe presto tornare fruibile al pubblico: ci sta lavorando da una mezza dozzina d’anni l’associazione Castrum Tabernarum, in stretta collaborazione con il Comune di Torricella-Taverne e con il Dipartimento del territorio, e si è giunti a un momento importante: la pubblicazione negli scorsi giorni della relativa domanda di costruzione. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’associazione Alessandro Casartelli e con il progettista, l’architetto Andrea Palladino.

Focus sulla didattica
Dall’ultima volta che ne abbiamo scritto (cfr. il CdT del 26.6.2018), va anzitutto detto che il progetto si è ampliato: «Abbiamo dato una destinazione precisa a tutto il dosso di Taverne, non solo al castello – dice Casartelli: - più che una pianificazione territoriale la nostra è una pianificazione culturale e naturale che permetterà alla popolazione di riscoprire una parte di territorio oggi difficilmente raggiungibile». A grandi linee, come illustratoci dal progettista Palladino, si prevede la sistemazione dei sentieri già presenti dell’area, la pulizia della zona in cui sorgeva il castello (si sta anche valutando la possibilità di un recupero archeologico, per ora non compreso nel progetto), e la creazione di un nuovo percorso didattico, pensato in particolare per le scuole, che illustri le varie attività umane che si sono susseguite nei secoli sul dosso. Oltre al castello, infatti, sono presenti resti di costruzioni militari risalenti alle due guerre mondiali in ottica di una possibile invasione da sud, e il pozzo Orpera, da cui sono stati cavati sassi in passato per arginare il fiume Vedeggio. E proprio il pozzo sembra destinato a diventare il fiore all’occhiello del progetto. Oggi è un deposito comunale, ma l’intenzione è di ricavarne un anfiteatro naturale ripulendo e mettendo in sicurezza l’area e creando dei gradoni, come nel rendering che accompagna questo articolo. Anfiteatro che sarà soprattutto pensato per momenti didattici delle scolaresche, ma che potrebbe anche ospitare manifestazioni.
Dalla torre all’anfiteatro
Originariamente, il fiore all’occhiello doveva essere un altro: la ricostruzione della torre. O, meglio, la posa a poca distanza dal castello di una torre forestale che, tramite una scala a chiocciola, permettesse ai visitatori di osservare il territorio come lo vedevano le sentinelle cinquecento anni fa. Torre che però non si farà, per il timore del Cantone che vada in conflitto con il vicino passaggio faunistico. Il rischio è che potesse avere troppo successo e che l’aumento di persone nell’area potesse spaventare gli animali. A questo proposito, trovandosi in area protetta, il progetto prevede diverse opere di compensazione a favore della salvaguardia della piccola fauna (farfalle diurne, anfibi, coleotteri e avifauna, pipistrelli): su tutte il recupero del biotopo Laciunz, probabilmente prosciugatosi con la costruzione della galleria autostradale, nonché la gestione delle neofite invasive.
Ora si cercano finanziamenti
«Il deposito della domanda di costruzione è un segnale forte che alla base c’è un progetto serio», afferma Casartelli. Che per l’associazione è importante in ottica futura: il prossimo passo è infatti quello di cercare i finanziamenti per l’opera. L’investimento totale è stimato nell’ordine del milione di franchi, ma si potrà procedere a tappe con i lavori se non si dovesse trovare subito tutta la cifra. In questo senso l’associazione dovrebbe poter accedere a fondi e sussidi federali e cantonali, né si esclude un contributo del Comune di Torricella-Taverne, che ha accompagnato il progetto sin dall’inizio. A questo proposito, il vicesindaco Franco Voci dice: «Il Municipio ha appoggiato con entusiasmo l’Associazione, accompagnandola per tutti gli aspetti progettuali e dando anche un fattivo contributo finanziario. Intendiamo continuare a sostenerla anche all’avvio del cantiere. La rivalutazione dell’intero comparto darà valore aggiunto culturale al nostro territorio e al Medio Vedeggio tutto».