On the Camper, una strada lunga dieci anni

La piccola etichetta discografica indipendente ticinese festeggia il suo compleanno - Sabato e domenica concerti allo Studio Foce e al Living Room
Aris Bassetti e Barbara Lehnhoff, fondatori dell'etichetta, nel loro locale prova
Fabrizio Coli
23.03.2016 11:54

LUGANO - Piccola realtà, grande impegno. E una passione personale che è la benzina che fa muovere la macchina. Già, perché la storia della On the Camper Records è fatta prima di tutto di persone. Compie dieci anni questa piccola etichetta musicale alternativa ticinese. A fondarla, appunto nel 2006, sono stati Aris Bassetti e la sua compagna Barbara Lehnhoff, con l'aiuto inizialmente di Yuri Ruspini.

Aris e Barbara, coppia nella vita e nella musica: sono i Peter Kernel, gruppo indie che si è fatto apprezzare anche fuori dal Ticino, con un sacco di concerti tra Europa e Canada. E i dieci anni, che saranno festeggiati sabato e domenica al Foce di Lugano (vedi sotto), riguardano anche loro. «Tutto è collegato – ci spiega Aris –. Sono dieci anni di me e Barbara come coppia, quindi anche dei Peter Kernel, quindi anche dell'etichetta. Abbiamo fatto partire tutto insieme nel giro di qualche mese. Io ho dato il via ai Peter Kernel perché volevo far colpo su Barbara (ride) e volevo trovare una scusa per vederla spesso, quindi ho iniziato a contattarla per suonare e poi tutto è iniziato veramente. Dopo di che mi son reso conto che come gruppo ticinese era difficile combinare qualcosa e mi son detto, mettiamo su un'etichetta». È stata la volontà di facilitare la ricerca di concerti, date e luoghi per suonare a fornire la scintilla all'idea di On the Camper Records («la sede, più che a casa nostra o al nostro locale prove ad Agno, è nella nostra testa», scherza Aris). «Come gruppo facevamo veramente fatica a trovare date, in Ticino e fuori. Scrivevamo in giro ma nessuno ci dava retta. All'epoca non si sapeva bene come funzionavano le cose lontano da noi. Poi conosci altra gente che è nella tua stessa situazione e che fa cose interessanti. Allora è stato facile pensare: "Mi piacciono questi gruppi, mi stanno simpatici, inventiamoci un'etichetta!". Non avevo idea di come funzionasse la cosa, era più che altro tipo mettiamo un logo e un numero di catalogo sui dischi e proponiamoci come etichetta per avere più peso. Alla fine sono iniziate ad arrivare delle risposte».

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