Operaio morto a Rivera: condannato il capo

RIVERA - «Io non sono un tecnico, ma anche un profano, semplicemente guardando le fotografie, avrebbe capito che quel muro rischiava di crollare e che dunque non si è lavorato secondo le norme». Non ha usato mezzi termini il giudice Marco Kraushaar quando, in pretura penale, ha condannato un capocantiere (un italiano di 55 anni) per omicidio colposo. «Non seguendo le direttive ha creato le premesse che hanno portato al crollo, e deve assumersene le conseguenze». Stiamo parlando dell'incidente mortale sul lavoro avvenuto il 4 marzo del 2013 a Rivera. Quel giorno un gruppo di operai era impiegato, poco più a nord della stazione, allo scavo di una «trincea» per la posa delle condotte di Metanord e di AIL. La squadra aveva tra l'altro già effettuato lavori simili, senza alcun problema, un po' in tutto l'Alto Vedeggio. Ma attorno alle 16 ecco la tragedia. Un vecchio muro che si trova sopra lo scavo crolla e travolge mortalmente Giuseppe Passalaqua, operaio di 53 anni residente a Marchirolo. Ma, secondo il giudice e secondo la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, non si è trattato di una fatalità. Quella tragedia, quella morte, poteva essere evitata.Doveva essere evitata. «È stata scavata - ha sottolineato il giudice - una trincea lunga 32 metri, quando le direttive dicevano di limitarsi al massimo a una decina di metri. In alcuni tratti lo scavo arrivava a una profondità più elevata rispetto alla base del muro e dunque si doveva prevedere il rischio che crollasse visto che nessuno ha ordinato di picchettarlo».
Per il giudice Kraushaar dunque la responsabilità è da attribuire al capocantiere, condannato al pagamento di aliquote per circa 1.800 franchi (sospese per 2 anni)
Assolti invece sia l'addetto alla sicurezza dell'impresa edile incaricata dei lavori (un italiano di 36 anni, patrocinato dall'avvocato Mario Postizzi), sia l'ingegnere (un ticinese di 53 anni, difeso dall'avvocatessa Valentina Zeli) incaricato della direzione lavori dell'opera. Del caso si parlerà molto probabilmente ancora in Appello.