Giustizia

Otto anni di carcere al pedofilo seriale

È arrivata oggi la sentenza nei confronti del 77.enne del Locarnese – L'uomo è stato condannato per ripetuti atti sessuali con fanciulli e persone inette a resistere
© CdT / Chiara Zocchetti

È stato condannato a otto anni di carcere il 77.enne del Locarnese, riconosciuto colpevole di ripetuti atti sessuali con fanciulli e persone inette a resistere. È questa la pena inflitta oggi dalla Corte delle Assise criminali di Locarno, presieduta dal giudice Mauro Ermani. Per almeno una ventina d'anni, dal 2000 al 2021, l'uomo ha abusato o compiuto assi sessuali con bambine e bambini, anche piccolissimi, in Ticino e in Thailandia dove passava qualche mese l'anno per soddisfare le sue malsane pulsioni.

Ieri, in aula, erano stati chiesti nove anni di carcere nei confronti del 77.enne. Secondo la procuratrice pubblica Pamela Pedretti, l'anziano una volta arrestato ha cercato di minimizzare le sue colpe, senza mai mostrare un sincero pentimento per i gravissimi reati di cui era accusato. 

La sentenza

«I suoi sono stati comportamenti raccapriccianti, gravissimi poiché hanno fortemente messo in pericolo il diritto di crescere e di scoprire la sessualità in modo naturale delle vittime delle sue malsane pulsioni, tutte giovanissime». Non ha usato mezzi termini il presidente della Corte delle Assise criminali Mauro Ermani nel sintetizzare il dispositivo della sentenza che ha visto la condanna a otto anni di reclusione - detratto un anno tra carcerazione preventiva ed esecuzione anticipata della pena - del 77.enne locarnese alla sbarra da lunedì per ripetuti atti sessuali con fanciulli, alcuni della sua cerchia familiare, nonché persone incapaci di discernimento o inette a resistere.

La perizia psichiatrica

Nel corso di un ventennio l’uomo, pedofilo conclamato come confermato da una perizia psichiatrica effettuata dopo l’arresto, ha violato l’intimità di almeno sei bambini tra Thailandia e Ticino. Maschi e femmine, in tenera età e fino ad 11 anni, che l’orco accarezzava, palpeggiava, masturbava, penetrava con le dita e sottoponeva a pratiche di fellatio, «atti parificati alla congiunzione carnale», ha evidenziato Ermani. Il tutto approfittando della fiducia riposta in lui dalle sue stesse vittime o dai rispettivi genitori che gli affidavano i piccoli in custodia. Oppure, in Thailandia, meta turistica in cui l’uomo passava spesso e volentieri le sue vacanze. Il quel Paese l’inchiesta ha individuato quattro vittime, ma come ha evidenziato dallo stesso giudice «è stato impossibile stabilire con quante ragazzine l’imputato abbia sfogato i suoi bassi istinti e lontano da occhi indiscreti e dal contesto in cui abitualmente risiedeva. Lì lei faceva e poi tornava a casa senza il minimo rimorso», ha detto Ermani.

Freddezza o rassegnazione?

L’imputato ha accolto la sentenza a metà tra lo stupore e la rassegnazione. In aula, durante il dibattimento, ha più volte espresso la sua vergogna per ciò che aveva fatto, chiedendo di essere perdonato. Ma durante il dibattimento e anche ieri, nella lettura della sentenza, il presidente della Corte ha invece sottolineato come l’anziano non abbia fornito nessuna collaborazione, se non dopo essere stato messo alle strette dagli inquirenti. «Anzi, in qualche caso è arrivato ad accusare le piccole e innocenti vittime di aver provocato le sue riprovevoli azioni», ha sottolineato il presidente. Quasi nessuna attenuante, dunque, ha portato la Corte a stabilire gli otto anni di carcere. Solo il proscioglimento da uno dei capi di imputazione meno gravi, per un episodio di videochat a sfondo erotico con la figlia di un conoscente mai oggettivamente provato - come espresso dall’arringa del suo avvocato difensore, Fabiola Malnati - gli ha concesso un piccolo sconto sulla pena richiesta dalla procuratrice Pamela Pedretti.

Risarcimenti per torto morale

La Corte ha concesso 14.000 franchi di risarcimento per torto morale alla prima vittima dell’imputato, oggi maggiorenne, mentre per gli altri due accusatori privati, ancora minorenni, pur accogliendo il principio dell’indennizzo ha rinviato la quantificazione in sede civile.

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