Padre ucciso a Luino, per il 25.enne si valuta una «consulenza psichiatrica»

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 25enne, residente a Lugano, fermato per l'omicidio del padre adottivo di 57 anni, manager luganese di un importante gruppo assicurativo svizzero, accoltellato a morte intorno alle 19.30 di domenica a Luino nell'abitazione di via Vittorio Veneto dove vive la ex moglie.
Il 25enne, assistito dall'avvocato Eugenio Losco, è comparso alle 16 di oggi davanti al Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Varese Marcello Buffa per la convalida del fermo alla quale è stato sottoposto nella notte tra domenica e lunedì. Presente nel carcere varesino anche il pubblico ministero (pm) Carlo Parodi che coordina le indagini.
«Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere limitandosi a confermare quanto già dichiarato a carabinieri e pubblico ministero al momento del fermo», spiega il difensore. Il giovane ha ammesso di aver aggredito il padre (l'aggressione è del resto avvenuta sotto gli occhi della madre e del fratello) fornendo quale giustificazione un turbamento sentimentale legato ad una ragazza con il quale il padre non aveva, però, nulla a che fare. Il fendente fatale, da un primo esame uno soltanto, dritto al cuore, sarebbe arrivato con un coltello da cucina al culmine di una lite.
«Non ci sono mai stati contrasti a livello famigliare - precisa l'avvocato Losco - Tra il mio assistito e il padre c'erano dei normali rapporti, non c'erano tensioni», né risultano pregressi episodi di violenza. «Ciò che (il 25enne) ha detto è indice di un profondo disagio - conclude Losco - Un disagio a livello psicologico credo meritevole di essere approfondito. Valuteremo, insieme al pm, la possibilità di una consulenza psichiatrica».