Diritto umanitario

Palestina: «Il Governo ticinese ha fatto bene a parlare, ma ora bisogna passare ai fatti»

L'avvocato ticinese Paolo Bernasconi, già membro del Board della Croce Rossa Internazionale, accoglie con favore l'invio, oggi, di una lettera dal Consiglio di Stato ticinese al Consiglio federale sulla questione Gaza – «Migliaia di ticinesi non sanno come aiutare: Cantone e Confederazione diano loro i mezzi per farlo»
©Abdel Kareem Hana
Giacomo Butti
28.05.2025 16:34

«Parlare è essenziale». A lungo componente del Board della Croce Rossa Internazionale, l'avvocato Paolo Bernasconi accoglie con favore l'invio, oggi, di una lettera dal Consiglio di Stato ticinese al Consiglio federale, con la quale si chiede «una posizione di condanna nei confronti delle violazioni del diritto internazionale umanitario commesse dalle forze armate dello Stato di Israele nell’ambito dell’occupazione della Striscia di Gaza».

A rispondere all'appello, tuttavia, sembra essere stato il Governo ticinese. «È un bene che il Consiglio di Stato abbia richiamato il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario», commenta l'avvocato. «È chiaro che Hamas sia un gruppo di criminali: non si discute. Ma impressiona negativamente che un governo – ormai da tanti mesi –, colpisca sistematicamente la popolazione civile. Ciò costituisce un crimine di guerra: non è più un'opinione e non è questione di essere pro-Israele o pro-Palestina, di destra o di sinistra. Del resto, il solo ente legittimato a parlare, la Corte penale internazionale, ha già emanato ordini di cattura, oltre che per i leader di Hamas, per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e altri membri del governo di Tel Aviv».

Dalle parole ai fatti

Secondo Bernasconi, tuttavia, il Governo ticinese deve andare oltre: «Ora bisogna passare dalle parole ai fatti». Un modo, secondo l'avvocato, sarebbe mettere mano al portafoglio, compensando – almeno in parte – la decisione presa da Berna, che pur approvando un credito da 10 milioni per l'UNRWA (l'agenzia ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi), ha posto come condizione che i fondi non siano utilizzati nella Striscia di Gaza, ma solo in Giordania, Libano e Siria. «Il Consiglio di Stato metterà a disposizione almeno 100 mila franchi a favore di quella organizzazione umanitaria, l'UNRWA, che il Consiglio federale ha irresponsabilmente boicottato?».

Con noi, l'avvocato fa riferimento alla manifestazione dello scorso weekend a Bellinzona, alla quale hanno partecipato fra le 4 e le 5 mila persone. «Sono migliaia i ticinesi che manifestano. Sono angosciati e non sanno come aiutare». Quando è iniziata l'invasione su larga scala russa, ricorda Bernasconi, «centinaia di ticinesi si sono recati personalmente, in automobile, ai confini dell'Ucraina per portare il proprio aiuto. Ma nella Striscia di Gaza non si può andare. Chi può aiutare sono solo i Governi. Il nostro, ticinese, e quello svizzero».

Da solo, sottolinea l'avvocato, il cittadino può fare ben poco. «Donare aiuta, ma le organizzazioni umanitarie fanno comunque fatica a lavorare sul campo e alcuni operatori sono stati uccisi». Di qui l'appello: «Il governo aiuti ad aiutare». Secondo Bernasconi, la Confederazione dovrebbe agire un po' come fatto con le persone in fuga da Kiev e dalle altre città ucraine sulle quali, in questi anni, sono piovute bombe russe: «Va lanciata un'azione come quella dello statuto S per i rifugiati ucraini. I profughi palestinesi, ma anche quelli provenienti da Libano e Siria, sono tantissimi e meritano questo grado di protezione».

Si mobilita anche Bellinzona

Intanto, Bellinzona tramite una nota fa sapere che il Municipio «aderisce all’appello delle Città di Ginevra e Losanna che nei giorni scorsi, precisamente il 21 maggio, hanno chiesto al Consiglio federale di mobilitarsi per la situazione umanitaria a Gaza. La decisione è stata presa nella seduta odierna dell’Esecutivo».