Palestra, mensa e aule di teoria per continuare ad evolvere

Una palestra doppia per la ginnastica artistica e per l’attrezzistica; una mensa con 400 posti a sedere; un auditorium capace di accogliere fino a 250 persone: 13 aule dove si svolgono le lezioni della Scuola professionale per sportivi di élite; i nuovi uffici amministrativi, inclusa la reception. Sono questi i contenuti dello stabile Brere, frutto della quarta tappa di ampliamento del Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero (CST), inaugurato oggi dalla consigliera federale Viola Amherd. «Si tratta di una tappa fondamentale nello sviluppo del CST e di riflesso anche per la promozione dello sport della Confederazione», ha sottolineato la direttrice del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, sottolineando come, con questo investimento, Berna ribadisca il ruolo essenziale che il CST ricopre come luogo di formazione sportiva e punto d’incontro della gioventù elvetica. Un concetto che è stato ribadito dal presidente del Consiglio di Stato Raffaele De Rosa, dal direttore dell’Ufficio federale dello sport Matthias Remund e dal direttore dell’Ufficio federale delle costruzioni e delle logistica Pierre Broye, i quali si sono succeduti al palco degli oratori. Al termine dei discorsi si è proceduto al fatidico taglio del nastro con le forbici che sono giunte dal cielo, grazie ad un paracadutista che ha sfidato la pioggerellina che cadeva incessante su Tenero.
Un cantiere impegnativo
«Quello per la realizzazione dello stabile Brere è stato un cantiere molto impegnativo», ha rammentato Martin Kurmann, dell’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica e capo progetto della quarta tappa di ampliamento del CST. Un cantiere aperto nel 2020 e che ha dovuto fare i conti con un’interruzione di due mesi a causa della pandemia e poi con l’aumento dei prezzi e la difficoltà di reperire le materie prime. «Ma gli obiettivi in termini di qualità, tempi e costi hanno potuto essere rispettati», ha sottolineato Kurmann. L’edificio Brere, realizzato secondo lo standard Minergie, è infatti stato ultimato alla fine dello scorso anno. Ed ora, dopo i vari traslochi e la messa in esercizio di tutti gli impianti, è pronto per accogliere gli sportivi provenienti da tutta la Svizzera oltre che dal Ticino. L’investimento ammonta a 45,1 milioni di franchi, nel rispetto del credito votato dalle camere federali. Notevole l’indotto per l’economia locale che ha avuto il cantiere: il 97% del prestazioni di pianificazione sono andati ad architetti, ingegneri e specialisti ticinesi. E nel nostro cantone è pure stato appaltato l’87% dei lavori di costruzione e di forniture.
Il tour è ancora lungo
Se la quarta tappa di ampliamento si è ufficialmente conclusa con l’inaugurazione dello stabile Brere, ciò non significa che a Tenero i lavori siano finiti. «Il tour è ancora lungo, con diverse asperità», ha evidenziato il direttore del CST Bixio Caprara. Un tour che prevede quale quinta tappa la realizzazione del nuovo ostello Naviglio, i cui lavori sono già iniziati e che si conta di inaugurare tra agosto e settembre dell’anno prossimo. In quel periodo si aprirà poi il cantiere per la costruzione del centro natatorio con le nuove piscine che andranno a sostituire quelle attuali che mostrano i segni dell’età.
Un mezzo miracolo
Se questa è musica del futuro, comunque prossimo, l’architetto Mario Botta ha parlato di mezzo miracolo riferendosi alle condizioni favorevoli che portarono alla decisione di costruire il CST dove c’erano un acquitrino e, successivamente, dei campi agricoli. Una costruzione alla quale Botta ha contribuito attivamente progettando, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, la prima fase di ampliamento del moderno CST (il primo corso sportivo venne organizzato nel 1963, ma è solo nel 1984 che la struttura si consolidò). E sempre alla sua matita si deve il progetto dello stabile Brere, il cui concorso di architettura venne bandito nel 2006. A 17 anni di distanza, ecco che il nuovo edificio è stato portato a termine inserendosi alla perfezione tra le strutture che formano il CST e che sono caratterizzate dai mattoni in cotto, segno distintivo di tante delle opere realizzate dall’architetto Botta.
L’evoluzione che il CST ha avuto negli anni è ben descritta nell’ultima guida storico-artistica edita in tre lingue dalla Società di storia dell’arte in Svizzera e curata da Silvia Berselli.