Storia e tecnologia

Parco archeologico di Tremona: un tuffo nel Medioevo ancora più realistico

Grazie alla nuova versione degli occhiali 3D che consentono di fare una visita virtuale dell’antico villaggio medievale, si avrà la sensazione di vivere con i suoi abitanti
Lidia Travaini
23.03.2019 06:00

TREMONA - «Quella che già era un’esperienza immersiva in un villaggio medievale, oggi è un’immersione anche nella vita delle persone. Questa tecnologia non dà solo la possibilità di essere in quel luogo e nel passato, ma anche di vivere con gli abitanti del villaggio». Sono probabilmente queste parole pronunciate da Antonio Scuderi, rappresentante di Art Glass - l’azienda che fornisce gli occhiali che consentono di vivere un’esperienza di realtà aumentata – a riassumere al meglio quanto la nuova versione di questi occhiali 3D permetterà di fare al parco archeologico di Tremona.

Dal 13 aprile, quando si aprirà ufficialmente la nuova stagione del sito archeologico sulla Montagna, quella che già era un’esperienza innovativa ed emozionante, diventerà ancora più tecnologica e realistica. Gli occhiali 3D che da due stagioni permettono di fare una visita virtuale del villaggio esistente nel Medioevo a Tremona, sono infatti stati aggiornati e arricchiti con nuove funzioni.

Nel corso di una conferenza stampa organizzata a Mendrisio al tavolo dei relatori erano presenti svariate persone. Uno degli aspetti chiave del progetto è infatti la collaborazione, il sito archeologico di Tremona è diventato ciò che è oggi grazie alla partecipazione di attori diversi: il Comune di Mendrisio, il Cantone, il Patriziato di Tremona, l’Associazione ricerche archeologiche del Mendrisiotto, Mendrisiotto Turismo, Art Glass e la Società Svizzera impresari costruttori (SSIC). «L’obiettivo è mostrare la collina e la vita del villaggio come erano nel passato», ha ribadito Elia Marcacci, il grafico e disegnatore che ha realizzato le ricostruzioni 3D dell’antico insediamento.

Se il parco archeologico di Tremona è diventato uno dei fiori all’occhiello della regione è anche grazie alla SSIC, che con i suoi apprendisti muratori ha partecipato alla valorizzazione del sito. In 16 anni di lavoro a Tremona sono infatti oltre 300 i giovani che hanno contribuito al consolidamento e alla parziale ricostruzione dei muri portati alla luce. «Ho capito subito che per noi sarebbe stato anche un percorso culturale e di sensibilizzazione - ha sottolineato il direttore della SSIC Paolo Ortelli -, lo abbiamo portato avanti con grande motivazione».