Parco delle Sculture, “sperpero di denaro”

Per gli scultori Abdullah e Bellini è stata operata "un'ingiustificata spesa" - Badaracco: "La nostra soluzione è interessante"
Red. Online
08.06.2018 06:00

LUGANO - Il nuovo Parco delle sculture del Belvedere di Lugano è stato inaugurato ieri (vedi suggeriti) e in contemporanea è affiorata la prima polemica. Andando con ordine, il Parco è nato a fine anni Settanta, crescendo progressivamente grazie a delle donazioni. Poi è arrivato il LAC e il conseguente forte cambiamento urbanistico, che ha portato il Municipio a rivedere il concetto di Parco delle sculture nel suo insieme. Scartata l'idea di «disperdere» le opere in vari punti della città, il Parco è stato spostato di un centinaio di metri e arricchito di nuove opere proveniente da altre aree della città (al momento sono 14). Per usare le parole di Badaracco il Parco «è la ciliegia sulla torta in quello che mi piace definire il quartiere dei musei». In zona, infatti, si trovano il MASI, il Museo delle culture, il Museo in erba e altri spazi e collezioni private aperte al pubblico.

Le scelte dell'Esecutivo sono tuttavia state contestate tramite una nota dagli artisti Selim Abdullah e Paolo Bellini, i quali hanno affermato che il Municipio «ha operato in fretta e furia» e che «il deplorevole e prevaricante smantellamento del luglio 2015 non è che il risultato di un atteggiamento superficiale e impulsivo». Gli artisti hanno ricordato che se il Parco è oggi ancora integro è soprattutto grazie alle loro pressioni (avevano creato un appello sottoscritto da diverse figure di spicco del mondo artistico) e hanno lamentato la mancanza di alcune sculture presenti originariamente, nonché un «ingiustificato sperpero di denaro pubblico» (l'operazione è costata 280.000 franchi). Denaro che poteva essere piuttosto investito per acquistare nuove opere da inserire nel Parco.

Da noi contattato, Badaracco ha risposto che «la nostra soluzione mi sembra interessante. L'idea è di fare crescere il Parco, curando le future acquisizioni e presenze artistiche, in collaborazione col MASI. Stiamo lavorando a un credito per la restaurazione delle opere su tutto il suolo urbano e per eventuali acquisizioni». Quanto allo sculture mancanti: «Una è andata distrutta e le altre sono state tolte per motivi conservativi in quanto necessitano di restauri». ?La Città in ogni caso vuole puntare sull'arte urbana: «Questo tipo d'arte valorizza il territorio. Oltre alle presenze fisse vorremmo stiamo valutando l'opportunità di posare sculture durante determinati periodi dell'anno, magari nel quadro di rassegne dedicate a singoli autori».

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