Lo sviluppo

Parco solare alpino in valle Duragno: la leadership alle AIL

La SA di proprietà della Città di Lugano vuole la guida del Consorzio che mira a realizzare l’opera sui terreni del Patriziato di Mezzovico-Vira - Intanto il Tribunale amministrativo ha tutelato il consenso comunale all’idea
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Federico Storni
15.05.2025 06:00

Ci sono due importanti novità riguardo il progetto di costruire un parco solare alpino in valle Duragno. La prima è che le Aziende industriali di Lugano (AIL), la SA interamente controllata dalla Città, intendono subentrare alla guida del Consorzio promotore dell’opera, e che l’operazione - che avrebbe il consenso di massima di tutti gli interessati - dovrebbe essere concretizzata nelle prossime settimane: «Crediamo fortemente in questo progetto», ci ha detto il presidente della direzione di AIL SA Angelo Bernasconi. La seconda è che negli scorsi giorni il Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) ha tutelato la decisione con cui il Consiglio comunale di Mezzovico-Vira a larghissima maggioranza nell’estate del 2024 aveva dato il suo consenso alla realizzazione del parco solare in valle Duragno, respingendo il ricorso di un cittadino che sosteneva che la decisione fosse stata presa senza che il Legislativo avesse tutte le informazioni necessarie per farlo.

In fase di finalizzazione

Partiamo dalla cosiddetta governance. Quale promotore del parco solare si era inizialmente indicata la S’Rok SA, una società dell’imprenditore ed ex consigliere nazionale Rocco Cattaneo, e questo fatto ha creato in taluni delle riserve sul reale interesse pubblico dell’operazione. Ma già nel giugno 2024 era stato creato un consorzio in cui erano entrate AIL, un’altra azienda elettrica della Svizzera interna e un altro privato ancora. Ora AIL SA intende accrescere il proprio ruolo nel progetto: «Stiamo finalizzando in queste settimane una soluzione che darà ad AIL la leadership del consorzio - ci spiega il presidente della direzione Angelo Bernasconi. - È una conduzione che ci interessa perché crediamo fortemente nella bontà di questo progetto, e a questo proposito vorrei riconoscere a Rocco Cattaneo la sua ottima intuizione nel farsene promotore in prima istanza». Come accennato, l’operazione non è ancora terminata ma dovrebbe essere solo questione di poche settimane. Bernasconi afferma infatti che le parti coinvolte hanno dato il loro consenso di principio alla nuova impostazione.

Il CC informato a sufficienza

Intanto, il progetto ha incassato un importante sì dal Tribunale amministrativo cantonale (TRAM). Le due condizioni necessarie per realizzare il parco solare sono infatti il consenso del proprietario dei terreni - il Patriziato di Mezzovico-Vira - e quello del Comune in cui si trova il terreno, Mezzovico-Vira. Se per il primo si deve ancora attendere qualche mese (una prima decisione è stata, questa sì, bocciata dal TRAM), il consenso comunale - ci ha confermato il Municipio di Mezzovico-Vira, ovviamente rallegrandosi dell’esito favorevole - è ora più vicino al crescere in giudicato. Il ricorrente, lo stesso che ha impugnato con successo la risoluzione patriziale, potrebbe però ancora rivolgersi al Tribunale federale: abbiamo provato a contattarlo per saperlo, ma senza avere per ora risposta.

Stando a quanto abbiamo appreso, il cittadino contestava in particolare il fatto che i consiglieri comunali non avessero tutte le informazioni necessarie al momento di dare il loro consenso. In particolare il progetto definitivo dell’impianto per l’approvazione cantonale era stato reso noto solo alcuni giorni prima che il Legislativo decidesse. A mente del TRAM però i consiglieri comunali hanno potuto farsi un’idea sufficientemente precisa, anche perché il Municipio ha organizzato una serata informativa con i promotori a cui ha peraltro partecipato lo stesso Rocco Cattaneo. Anche il relativo messaggio municipale è stato ritenuto sufficientemente chiaro nello spiegare quale fosse il compito del Consiglio comunale in questa vicenda.

Il ricorrente avrebbe poi sollevato altre questioni relative al progetto, su tutte chi si occuperà di smantellare l’impianto a fine vita o in caso di fallimento dei promotori. Questioni peraltro al centro delle rinnovate discussioni in Patriziato per le regole della messa a concorso dell’impianto (su cui il Patriziato sarà chiamato a esprimersi) e che il TRAM avrebbe ritenuto essere da risolvere con il rilascio dell’autorizzazione a costruire. In questo senso servirà un sì anche dal Cantone, che è l’organo chiamato a verificare che tutte le norme rilevanti in quest’ambito siano rispettate.

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